Cronaca

Torcito: la Intini Source fallisce, la Provincia le chiede i danni

CANNOLE- Come emerge dalla visura fatta presso la Camera di Commercio di Bari, la Intini Source, la società che si era aggiudicato l’appalto per la gestione di Parco Torcito, ha dato avvio alla procedura fallimentare. Lo ha fatto lo scorso 16 marzo. E la Provincia di Lecce, dal canto suo, ha dato mandato all’avvocatura provinciale per chiedere alla società di Noci (Ba) il risarcimento dei danni per il pasticcio relativo al mega parco da 230 ettari, sotto chiave da due anni a Cannole. 

Quello del ristoro dei danni è un procedimento che si affianca e non sostituisce quello già avviato, in parallelo, per la messa in mora per i lavori di ripristino dei luoghi, dopo lo sbancamento della collina e il sequestro. Per quest’ultimo, come conferma l’ingegnere Giulio Mele, responsabile unico del procedimento per Palazzo dei Celestini, è stata già inviata la prima raccomandata, ma non è stata ritirata. Ora si è proceduto all’invio di una pec ed entro fine mese, se non ci sarà risposta, si attiverà in automatico la revoca del contratto sottoscritto il 9 agosto 2012, tra l’altro pochi giorni dopo l’avvio della liquidazione volontaria della società. È questo un particolare finito al centro delle indagini della Guardia di Finanza, delegata assieme alla Forestale nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pm Ennio Cillo per lottizzazione abusiva e danneggiamento, deturpamento di bellezze naturali, tentata truffa e falsità materiale e ideologica.

Ora, dunque, dopo oltre due anni di tira e molla, si sta per scrivere la parola fine. Da un lato, si diceva, si chiederà il risarcimento dei danni dovuti al mancato realizzo delle opere di ristrutturazione delle masserie e al mancato assolvimento degli obblighi contrattuali, che per 18 anni avrebbero dovuto prevedere la gestione del sito.

Dall’altro lato, ci sono i lavori di ripristino intimati alla Intini e per i quali la Provincia sta procedendo al recupero di 600mila euro tramite riscossione della polizza assicurativa appositamente firmata con Carige spa. Se la società barese non risponderà al sollecito, “a quel punto è pronta la procedura per la risoluzione del contratto – conferma Mele – e, se si ritiene, potrà essere attivata una nuova gara, che potrebbe essere anche diversa rispetto a quella già bandita”. In ballo c’è un finanziamento europeo da 3 milioni di euro.

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