LECCE- Vernice rossa, scritte a caratteri cubitali sui muri, sul portone,anche sulle abitazioni vicine. Un brutto risveglio per la vicepresidente della Provincia Simona Manca e per il marito, l’avvocato Massimo Pezzuto. Le scritte ingiuriose erano dirette proprio a lei, nome e cognome, con chiari riferimenti politici e appellativi fascisti e dei simboli, tra cui l’acronimo inglese Acab, offesa anche contro i poliziotti.
Le scritte sono diverse, numerose, proprio sulla facciata dell’abitazione della vicepresidente nel centro storico di Lecce. Non è certo la prima volta che accade. Nei mesi scorsi sono comparsi anche dei manifesti con delle ingiurie rivolte a lei. “Ma adesso, dice, si è superato davvero ogni limite”.
Un episodio inquietante sul quale ora c’è la massima attenzione delle forze dell’ordine. Digos innanzitutto, ma anche il procuratore Motta che Simona Manca ha incontrato in mattinata e alla vigilia del giorno dedicato alle donne, e questo fa ancora più amarezza,dice Anna Caputo, presidente dell’Arci di Lecce che proprio in occasione dell’ 8 marzo ha presentato un filmato inedito.
Gli autori sono “soggetti vigliacchi e incivili che meritano la stessa infima considerazione dei loro ignoranti messaggi”, commenta il vice presidente vicario del gruppo Pdl/Fi alla Regione Puglia Erio Congedo che non ha dubbi: l’episodio rientra nella scia di intimidazioni riconducibili dell’area del cosiddetto antifascismo militante, i cui i messaggi intrisi di odio e intolleranza politico-ideologica sono ben visibili su muri, monumenti e palazzi storici della città.