TARANTO – Usura ed estorsione continuata e aggravata. Questa l’accusa per Gennaro Caffio, tarantino di 36 anni, finito agli arresti domiciliari a chiusura delle indagini degli uomini della Squadra Mobile di Taranto.
Da mesi l’uomo era nel mirino della Polizia.
A quanto pare, a partire dal mese di luglio del 2011, il presunto usuraio aveva prestato in più riprese ad un piccolo imprenditore in difficoltà economiche, la somma di 9.000 euro.
“Non ti preoccupare, ti aiuto io. Ecco i soldi”. E dopo le minacce e la pretesa sempre più insistente della restituzione del denaro. E con l’aggiunta degli interessi. Interessi pari al 20% in più sul prestito, gonfiandolo fino a 17.500 euro circa. Praticamente quasi il doppio. E non solo.
Stando infatti a quanto accertato dagli uomini della Mobile, coordinati dal Vice Questore Aggiunto Roberto Pititto, il 36enne, approfittando delle difficoltà economiche del piccolo imprenditore e ancora sotto la pressione di minacce sempre più incalzanti, pretendeva di ottenere altri 32.000 euro.
Arrivata al limite la situazione, dopo mesi di osservazione dei comportamenti dell uomo, gli agenti di Polizia hanno deciso così di intervenire con l’arresto, mettendo fine al calvario del povero imprenditore caduto nelle grinfie dell usuraio, ammanettato prima che le gravi minacce potessero avere un seguito.