Cronaca

Rogo ad oleificio di Avetrana, arrestato un pastore di Nardò

AVETRANA (TA)  –  Caso risolto a un anno esatto da quel terribile incendio che mandò in fumo un  grosso oleificio di Avetrana, di proprietà di un imprenditore di origine calabrese. Un’azienda che lavorava prodotti coltivati su oltre  600 ettari di terreni tra Veglie, S.Pancrazio e Salice salentino.

Tanto per intenderci, il rogo provocò un milione di euro di danni. Era il 15 gennaio 2012. Esattamente un anno fa.

E all’alba, sono stati arrestati i presunti responsabili. Due pastori dipendenti di quella stessa attività. Giuseppe Rosario De Rinaldis, 33 anni di Avetrana, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e  Antonio Lippolis, 49enne di Nardò,  con precedenti per detenzione abusiva di armi da sparo.

Stando alle indagini dei Carabinieri della Compagnia di Manduria, agli ordini del Capitano Luigi Mazzotta, i due pastori hanno appiccato il fuoco in tre punti diversi della struttura, senza lasciare cosi ad alcuna parte di scampare al rogo.

Le fiamme divorarono e distrussero, infatti, l’intero capannone industriale adibito a frantoio, un capannone destinato alla produzione di nocciolino e ancora due serre e tutte le attrezzature.  Solo dopo diverse ore di lavoro, i Vigili del Fuoco riuscirono a spegnere l’incendio. Con loro, l’intervento immediato dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Manduria, coordinati dal Tenente Rolando Russo e i militari della Stazione di Avetrana che si occuparono dei primi rilievi tecnici e fotografici e della visione delle immagini del sistema di video-sorveglianza  dell’oleificio stesso.

Fu accertata così fin da subito l’origine dolosa. Le successive indagini hanno fatto stringere il cerchio attorno ai nomi di Lippolis e De Rinaldis.  Il movente: spingere il titolare ad abbandonare la gestione dell’azienda perchè più volte aveva negato ai due pastori il pascolo del bestiame negli appezzamenti di terreno dell’azienda. All’alba così i due sono finiti in manette, su esecuzione  di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP Tommasino, su richiesta del PM Graziano.

L’accusa per loro è di  incendio aggravato in concorso.

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