Cronaca

Vitalizi e pensioni, i doppi compensi solo per quelli ‘che contano’

BARI  –  Lo chiamano vento dell’anti-politica. Ma forse più semplicemente basterebbe definirlo esasperazione. E’ quella dei cittadini che ogni giorno devono fare i conti con quel poco che resta nel portafogli. Quando si ha la fortuna di vederlo pieno. Perchè la parola crisi è forse quella più inflazionata negli ultimi tempi. Crisi per molti. Non per tutti.

Perchè a guardare il nostro Paese sembrerebbero esserci cittadini di serie A e di serie B.

Un esempio, di una lunga serie che faremo di qui in avanti, è quello di chi è stato eletto in Parlamento o in Regione e che dunque può essere definito dipendente pubblico. Definizione identica anche per chi è arruolato nelle forze armate o in qualsiasi ufficio pubblico.

La differenza tra i due sta tutta nel trattamento. Ci riferiamo a quella che, a seconda del ruolo ricoperto, viene definito vitalizio o pensione. Un politico può tranquillamente percepirla e contemporaneamente lavorare in qualsiasi altro posto di lavoro. Anche pubblico. Un cittadino no.

Da Roma a Bari gli esempi si sprecano. Ne prenderemo tre.

Marcello Rollo è il primo esempio. Anche perchè la sua situazione è la più complessa. Rollo è attualmente presidente del Consorzio ASI di Brindisi. E in quanto tale percepisce un compenso compreso tra i 2.500 e i 3.000 €. A questo si dovrebbe aggiungere, dunque, l’indennità da consigliere regionale che da ora dovrebbe percepire in quanto subentrato al neo parlamentare Iurlaro. E già tanto basta per porre un problema legislativo. E’ opportuno che il presidente di un Ente che riceve finanziamenti regionali come il Consorzio ASI possa essere contemporaneamente essere un decisore regionale? Il conflitto di interessi è notevole. E poi il secondo problema. Se pure Rollo dovesse decidere di sospendere l’indennità di consigliere regionale, di sicuro continuerebbe ad incassare il vitalizio regionale che ha maturato essendo stato eletto nelle passate legislature, pari a 7.400 €. Strada che, tra l’altro, economicamente gli converrebbe di più.

Il secondo caso è quello di Luigi Pepe. Eletto in Parlamento dal 2001 al 2006. Percepisce – mal che vada – una pensione di 4.700 € proprio perchè ha cessato il mandato parlamentare. E se pure ha rinunciato al compenso spettante in quanto Amministratore Unico di STP Terra d’Otranto, altrettanto pare non abbia fatto per quello spettante in qualità di presidente dell’Ordine dei Medici. Tra rimborsi spese e compensi vari arriva a percepire qualcosa come 4-5.000 € al mese. La certezza potrà esserci solo quando – e se – sarà pubblicato il bilancio dell’Ordine che ad oggi ancora manca.

L’ultimo esempio è quello di Giuseppe Taurino. Deputato in pensione, consigliere regionale in pensione e ricompensato da relativo vitalizio e attualmente direttore generale dell’ARIF, l’agenzia di proprietà della Regione che elargisce annualmente circa 85.000 € l’anno.

Questi sono solo tre esempi di una lunga serie che vi faremo per constare come oggi, esistano cittadini di seria A che possono cumulare più pensioni e stipendi e cittadini di serie B che questo non possono farlo. E naturalmente c’è anche una serie C. Quelli che, come i cassaintegrati, sperano che a Roma qualcuno riesca a trovare i fondi per pagare almeno uno stipendio.

 

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