PUGLIA – Suicidi, uso di sostanze stupefacenti, situazione sanitaria sempre più critica. Una vita difficile quella vissuta nelle carceri italiane, oltre al problema cronico di sovraffollamento c’è infatti anche l’emergenza sociale. Se il 2022 era stato l’anno record per il numero di suicidi (84), nel 2023, a metà novembre, sono già 62 le persone che si sono tolte la vita in carcere, collocando così anche quest’anno tra quelli con il dato più alto. Oltre a questo c’è il tema della tossicodipendenza: si stima, considerando anche il sommerso, che oltre il 60% dei detenuti faccia uso di stupefacenti, mentre prima del Covid non si arrivava al 50%. Fenomeni questi che toccano anche la Puglia. Secondo gli ultimi dati dell’associazione Antigone per quanto riguarda i suicidi, fino a questo momento, sono stati 3 a Taranto e 1 a Trani. Un disagio psicologico sempre più forte – evidenzia la presidente Maria Pia Scarciglia. Ad incidere, oltre all’isolamento (con pochi contatti con familiari), sono specialmente gli spazi ridotti in cui sono costretti a vivere i detenuti, considerando che il sovraffollamento a livello regionale è del circa 150%. Il vero allarme per l’istituto penitenziario di Lecce è la situazione sanitaria, i detenuti spesso hanno malattie cardiovascolari e polmonari, ma le cure sono difficile, portarli in sicurezza in ospedale non è facile questo perché ci sono pochi agenti di polizia penitenziaria. Molti hanno poi problemi di tossicodipendenza uniti a quelli psichiatrici, difficili anche in questo caso da assistere, considerando che i posti letto di psichiatria sono solo 6 per tutta al regione. Una condizione al limite, denuncia la presidente di Antigone, che torna a fare un forte appello alla Regione, chiedendo al più presto di riunire l’Osservatorio carcere regionale, con la presenza anche della magistratura, per intervenire su questa drammatica situazione.
