Mentre la Guardia di Finanza indagava sul presunto scambio di favori e regalie tra imprenditori del Gallipolino e funzionari e tecnici pubblici, un’intercettazione ha acceso un’altra spia, confluendo in un secondo filone di inchiesta.
È così che i finanzieri sono risaliti all’ex funzionario della Regione Puglia Salvatore Fasiello (il cui nome spunta in una conversazione tra gli imprenditori indagati) e per il quale nelle scorse ore sono scattati i domiciliari.
Funzionario del settore Riforma Fondiaria, Fasiello è accusato – sempre tramite raggiri e in cambio di favori – di aver dismesso beni ex Ersap (quindi di propietà della Regione) favorendone l’assegnazione diretta in favore di persone a lui vicine.
Un presunto giro d’affari che all’uomo avrebbe fruttato, dal 2019 e fino a qualche mese fa, 30 milioni di euro. Ecco perchè le Fiamme Gialle gli hanno sequestrato somme di denaro, beni mobili e immobili e attività economiche pari a questo valore, ritenuto provento dell’attività illecita.
Il funzionario, insieme ad altri complici (ci sono 41 indagati in tutto) avrebbe evitato l’indizione di aste pubbliche per la cessione dei beni ex Ersap e proceduto con affidamenti diretti, svendendo immobili come l’ex tabacchificio di Nardò (venduto a poche decine di migliaia di euro, a fronte di un valore milionario) e poi masserie storiche nei territori i Nardò, Otranto e Gallipoli.
Nonostante sia andato in pensione poco meno di due anni fa, l’uomo avrebbe continuato a gestire l’affare per il tramite di un funzionario dell’Agenzia delle Entrate che continuava ad accedere alle banche dati, riferendo poi le preziose informazioni propedetiche al raggiro e ottenendo in cambio incarichi professionali per il figlio. Per l’uomo è scattata l’interdizione dai pubblici uffici e il divieto di dimora a Gallipoli.
E.F.
