LECCE- Due interrogatori messi nero su bianco in nove pagine di verbale: Gerardo Dino Coluccia, 49enne di Noha, membro dello storico clan, diventa collaboratore di giustizia. L’annuncio in aula bunker durante l’udienza preliminare per gli indagati nell’operazione Insidia dei carabinieri di Lecce dello scorso febbraio.
La pm della Dda Carmen Ruggiero ha depositato le dichiarazioni dell’uomo rilasciate il 22 luglio e il 7 settembre e nelle quali si ricostruiscono le vicende del sodalizio criminale capeggiato da Antonio Coluccia e Michele Coluccia: gestione del mercato della droga, estorsioni, giri di denaro. Gerardo Dino Coluccia è stato arrestato il 7 febbraio insieme ad altre 14 persone, con le ipotesi di reato di associazione di tipo mafioso con diramazioni nei territori di Galatina, Aradeo, Neviano, Cutrofiano e Corigliano d’Otranto. Usura, estorsioni, violenza privata, armi, spaccio, e anche, per alcuni, scambio elettorale politico-mafioso che aveva coinvolto Antonio Megha, già assessore di Neviano. Tra gli arrestati Michele Coluccia ritenuto capo e promotore insieme al fratello Antonio Coluccia.
Secondo le indagini Gerardo Dino Coluccia, il nipote, era il referente a Cutrofiano e avrebbe dichiarato di aver custodito per il sodalizio somme sino a 100mila euro per mantenere le famiglie dei detenuti sino a quando i rapporti si sarebbero poi incrinati. Numerosi gli episodi documentati dalle intercettazioni: minacce di morte, botte, pistole puntate contro le vittime che il 49enne ha ricostruito agli inquirenti ammettendo di far parte del sodalizio criminoso.
La prossima udienza si terrà il 28 ottobre davanti al gup Marcello Rizzo che deciderà anche sulla richiesta di costituzione di parte civile del Comune di Neviano.
