Attualità

Al “Perrino” di Brindisi si è rotto l’angiografo di cardiologia. Adesso pazienti ad alto rischio

BRINDISI – Nell’ospedale Perrino – e più in generale nella conduzione dell’Asl di Brindisi –  sembra davvero che non ci sia mai fine al peggio.

Nel 2020 si ruppe l’angiografo di cardiologia e per lunghissimi mesi i pazienti infartuati sono stati a rischio, con più di qualcuno costretto a sperare di sopravvivere durante il trasporto al Vito Fazzi di Lecce.

A distanza di un anno e mezzo lo stesso angiografo è andato nuovamente in tilt. Si tratta di una apparecchiatura utilizzata dagli emodinamisti in tutti quei casi clinici estremamente delicati come gli infarti e le sindrome coronariche acute che – come è facilmente immaginabile – richiedono tempi di intervento estremamente ridotti. Di angiografo in tutto il Perrino ne esiste solo un altro, localizzato in chirurgia vascolare. Ma è evidente che se si dovessero verificare contemporaneamente un problema cardiologico grave ed un aneurisma, per uno dei due pazienti si renderebbe necessario il trasporto in un altro ospedale, con i gravissimi rischi per la sua incolumità, visto che l’arrivo presso un altro nosocomio potrebbe avvenire fuori tempo massimo.

La denuncia è stata formulata in maniera chiara da tutti i sindacati dei medici che continuano a contestare l’operato dell’Asl e del direttore generale Pasqualone che l’ha diretta fino a pochi giorni fa.

I guasti sulla sanità pubblica brindisina sono purtroppo evidenti e non è sbagliato affermare che è a rischio la vita di chiunque deve fare i conti con patologie gravi.

In questi anni, a dire il vero, la condotta dell’Asl è stata quella di scaricare responsabilità sui medici o, al massimo, di non fornire risposte, neanche quando si sono verificati eventi drammatici.

E’ il caso, ad esempio, della gestione della prima fase dell’emergenza da covid, quando non si è stati in grado neanche di processare i tamponi – gli unici in Puglia – con gravissime conseguenze, soprattutto per le strutture per gli anziani dove si sono verificate percentuali molto alte di decessi.

Mimmo Consales

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