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Dalla pesca con gli esplosivi al fermo volontario: i pescatori di Torre Guaceto fanno scuola

BRINDISI- Dopo le proteste a Leuca contro la pesca intensiva, a dare l’esempio sono i pescatori di Torre Guaceto: si fermeranno per un mese per consentire ai pesci di crescere. Non opereranno, infatti, né dentro né fuori l’Area Marina Protetta, avendo accettato di consegnare le proprie licenze alle Autorità preposte. Il Consorzio di gestione della Riserva e la Regione Puglia li sosteranno per i mancati guadagni. Il modello di pesca sostenibile fa scuola anche fuori regione: una delegazione di piccoli artigiani è giunta dalla Sicilia per confrontarsi con i colleghi e comprendere meglio come lavorare senza distruggere il mare. Arrivano dalle isole Eolie, dove da sei anni la Blue Marine Foundation, una ong che opera in tutto il mondo per la tutela del mare, ha messo radici e tanti pescatori hanno deciso di autoregolamentarsi per ridurre il proprio impatto sulla fauna ittica.

“Non è stato semplice arrivare a questo punto – ha dichiarato il presidente del Consorzio di Torre Guaceto, Rocky Malatesta -, ricordiamo che fino al giorno prima della nascita del Consorzio, a Torre Guaceto si pescava con gli esplosivi. La sensibilizzazione dei pescatori e la tutela anche dei loro interessi, negli anni, ci ha portati ad essere un esempio internazionale e accogliere chi, come noi, vuole fare del proprio meglio per raggiungere migliori standard di sostenibilità è sempre un grande orgoglio”.

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