Politica

Il PDL occupa il Consiglio regionale: “Vendola, o resti o vai”

BARI    –     L’ultima volta che li abbiamo visti in quell’aula erano vicini, pur essendo politicamente ai poli opposti. E invece oggi non è più così. Il centrodestra pugliese, forte del risultato elettorale, lascia la diplomazia della mano tesa alla maggioranza in affanno da numeri risicati, e dopo sollecitazioni rivolte al governatore affinchè decida in fretta se trasferirsi a Roma o restare a Bari, passa ai fatti e occupa l’aula del Consiglio regionale.

Una forma di protesta clamorosa decisa per “indurre il presidente della Regione a prendere una decisione. Ci dica – afferma il capo opposizione Rocco Palesecosa intende fare. Se farsi eleggere in Parlamento o restare a governare la Puglia. Così non si può continuare, è usare l’istituzione per motivi politici”.

E dunque eccoli qui. C’è chi chiacchiera, chi legge, chi si intrattiene al computer. Del resto il tempo deve passare. L’occupazione dell’aula non è durata un’ora. Durerà fino a giovedì, alle 18. E l’organizzazione è impeccabile. A presidiare nottetempo il palazzo, saranno tre consiglieri per notte. Insomma, si faranno i turni. Martedì notte toccherà al brindisino Iurlaro con il collega Cassano, mercoledì sarà ‘Salento by night’ con Marti e Congedo. E via dicendo.

Di giorno, invece, ci saranno quattro consiglieri fissi. La costante, va da sè, sarà il capogruppo Palese. Il presidente del Consiglio Onofrio Introna, ha chiesto di smantellare la protesta, convocando già la conferenza dei capigruppo per giovedì così da riversare nella sede istituzionale ogni tipo di sollecitazione.

In tutto ciò, ha vietato alle telecamere l’accesso all’aula. Ma dal centrodestra non solo non c’è intenzione di smobilitare anzitempo ma di più, si lancia l’invito agli altri gruppi a partecipare al presidio. “Chi vuole può aderire – prosegue Palese – anzi sarebbe gradito un supporto da parte di tutti quei gruppi che a parole ci hanno manifestato la propria adesione”.

Il centrosinistra insorge e bolla la protesta come propagandistica oltrechè incomprensibile politicamente e istituzionalmente. Il governatore dal canto suo non proferisce ancora parola. Ormai appare sempre più probabile che decida di restare. Non fino alla fine naturale della legislatura, ma comunque fino al 2014 parrebbe di sì.

Mercoledì e giovedì avvierà le consultazioni con i partiti che porteranno ad un rimpasto di giunta, dove è presumibile che accorperà deleghe e ridurrà il numero degli assessori, anche quelli esterni, così da anticipare la riforma che entrerà in vigore dalla prossima legislatura che stabilisce un massimo di 10 assessori con non più di due esterni.

Fatto sta che chi gli è vicino, assicura che per ciò che riguarda le deleghe assessorili, non ufficializzerà nulla prima che il governo nazionale non ottenga la fiducia. Quanto alla sua scelta, invece, potrebbe arrivare già la prossima settimana.

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