AttualitĂ Evidenza

A.A.A. cercasi lavoratori stagionali, lo studio: sottopagati

SALENTO – “Noi vorremmo ripartire, ma fatichiamo a trovare lavoratori stagionali”. Suona come un paradosso quello denunciato nei giorni scorsi da titolari e gestori di attivitĂ  salentine per lo piĂą estive che, con l’affievolirsi dell’emergenza e delle restrizioni, sono pronti a ripartire, salvo ritrovarsi a fare i conti con un grande ostacolo: reperire il personale.

Uno studio, condotto dall’Osservatorio di Davide Stasi, fotografa la situazione sul fronte stipendi, fornendo così un’altra chiave di lettura a chi ha subito puntato il dito contro il reddito di cittadinanza, individuando in quest’ultimo la principale causa delle fughe in sede di colloquio.

In Puglia la retribuzione media annua di un lavoratore stagionale è pari a 6.754 euro. Nel Salento scende a 6.460 euro. Tradotto: circa due terzi rispetto alla media italiana, pari a 9.820 euro di introiti annui, sempre per i dipendenti dello stesso settore.

In Puglia il report restituisce poi un altro dato importante: sono ben 28.506 le posizioni lavorative in provincia di Lecce impiegate proprio nel settore turistico-ricettivo. Il 68,7% di questi lavoratori ha un contratto a tempo determinato o stagionale e, in questi casi, la retribuzione media scende ad appena 4.580 euro annui. Soltanto il 31,3 per cento ha stipulato un contratto a tempo indeterminato e, in questi casi, la retribuzione media sale a 10.580 euro.

Il numero medio di giornate retribuite, sempre nel Salento, si ferma a 135 all’anno, contro una media regionale di 144, una media riferita alle regioni del Mezzogiorno che sale a 148 e una media nazionale che arriva a 177.

Il report fotografa dunque una seconda sfida del territorio, ancora tutta da giocare: quella della destagionalizzazione dei flussi turistici.

E di fatto solo potendo godere di un percorso sostenibile, su tutti i fronti, si potrĂ  raggiungere un modello di sviluppo che possa far incrementare i ricavi e gli utili aziendali. Utili che consentono nuovi investimenti e, conseguentemente, occupazione stabile e non soltanto a tempo determinato o stagionale, come accade prevalentemente oggi.

E.FIO

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