LECCE- 32 imputati, di cui 14 arrestati il 27 marzo scorso nel corso di un’operazione antimafia della guardia di finanza che smantellò vertici ed esponenti di spicco del clan “Caracciolo-Montenegro”, egemone nei territori di Monteroni, Leverano, Copertino, Porto Cesareo e nel sud Salento. Nell’Aula Bunker a Lecce si è aperta oggi l’udienza preliminare nel corso della quale in 24 hanno chiesto il rito abbreviato. Deciderà il Gup Simona Panzera nella prossima udienza fissata per febbraio.
I reati contestati sono associazione di tipo mafioso, associazione a delinquere finalizzata alla produzione ed al traffico internazionale di droga, estorsione, rapina, furto e minaccia aggravata con l’uso delle armi. L’operazione era stata denominata “Battleship”. Due anni di indagini per ricostruire l’operatività criminale del gruppo che, secondo gli inquirenti coordinati dal procuratore aggiunto della Dda Guglielmo Cataldi, faceva capo ad Alessandro Caracciolo (detto “Frasola”) e alla moglie Maria Montenegro (entrambi di Monteroni), inizialmente affiliati al clan Tornese, dal quale si sono poi gradualmente svincolati e con cui è maturata una crescente conflittualità per assicurarsi il controllo del territorio.