Attualità

Madre invalida è da 13 anni in un alloggio temporaneo: “Rivoglio la mia casa”

LECCE – Nel 2006 le famiglie che vivevano negli alloggi di edilizia residenziale pubblica in via Pozzuolo, a Lecce, furono “spostate” in altri alloggi nel rione Casermette e in via Sozy Carafa. Avrebbe dovuto essere una soluzione temporanea, per consentire al Comune di abbattere e ricostruire le vecchie case di San Pio.

Solo che sono passati 13 anni, i nuovi alloggi in via Pozzuolo ci sono, ma almeno quattro famiglie sono ancora negli alloggi temporanei. Tra loro c’è la signora Ponarosa, invalida, con tre figli. È la mamma di Francesco, il ragazzone simpatico che tutti conoscono a Lecce perché solito passeggiare per le strade della città mentre ascolta musica con le cuffie alle orecchie. Ci siamo già occupati in passato di questa donna. Per lei è stata una lotta continua per vedersi riconosciuti i diritti che le spettano per adeguare la casa alle sue esigenze. Prima era sulla sedia a rotelle, ora ha il tutore a una gamba e riesce a camminare solo con le stampelle. A novembre 2017, un’assistente sociale le avrebbe detto che finalmente di lì a poco sarebbe potuta tornare nella sua vecchia abitazione, rimessa a nuovo, in via Pozzuolo. È lì che la donna ha cresciuto i suoi figli, è lì che aveva le comodità di cui ha bisogno.

E così ha iniziato a impacchettare tutto, ha smontato il condizionatore, pronta al trasloco. E invece, da allora, ancora nulla. Vive con gli scatoloni in casa da più di un anno. Una casa umida, che ora non riesce neanche a pulire adeguatamente. A chiedere interventi più volte per queste famiglie è stato Leo Ciccardi, del Comitato Popolare Nuova Rudiae: “Sono inquilini non assoggettati a graduatoria bensì assegnatari in attesa del trasloco presso la palazzina di 29 alloggi facente parte del Programma di recupero urbano del rione San Pio. Dal dicembre 2017 -dice- è stata pubblicata una determinazione con la quale il Settore dei Lavori pubblici prende in considerazione l’urgenza di venire incontro alle esigenze delle famiglie, divenute impellenti e improrogabili, essendo questi ultimi costretti, a oggi, ad abitare in immobili vetusti e spesso fatiscenti, con impiantistiche prossime al collasso”.

La signora chiede di far presto, pretende una risposta: “E non in concomitanza delle elezioni -dice- perché poi, subito dopo, diventiamo niente”.

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