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Referendum sul Tav? Blasi: “Regione lo chieda anche per Tap”

MELENDUGNO- “Perché per il Tav sì e per la Tap no?”. “Perché questa bellissima idea del referendum non è mai saltata fuori per il gasdotto?Che sia la Regione Puglia a chiederlo”. A dirlo è il consigliere regionale Pd Sergio Blasi, a fronte dell’ipotesi di una consultazione sulla Torino-Lione e dello scontro politico interno al governo tra Lega e M5s. “Se davvero per il Tav si arriverà a indire un referendum – incalza – per i salentini e i pugliesi tutti la stangata sarebbe completa. Che sia, dunque, il presidente Michele Emiliano a convincere Conte, Di Maio e Salvini a dare voce ai pugliesi e provare così per davvero a spostare quel gasdotto dalla splendida spiaggia di San Basilio”.

Blasi se la prende con il M5s e con il sindaco di Melendugno Marco Potì. Se sul gasdotto non c’è stata la stessa “fibrillazione” è perché – continua il consigliere democratico – “forse Tav ha un appeal mediatico più rilevante della Tap e l’unica vera analisi costi-benefici che abbia un senso per questo governo è quella costruita sui sondaggi al social sentiment. Altrimenti non si spiega perché i ministri Di Maio e Lezzi non si siano fatti portavoce di una grande campagna referendaria contro la Tap, invece di prendere in giro i salentini e i pugliesi blaterando di fantomatiche penali. E al sindaco Marco Potì, che dopo il colloquio-farsa agostano con il premier Conte si diceva “rassicurato” e oggi, ogni due per tre, parla di sospensione della democrazia, perché non è venuto in mente di proporre un referendum consultivo? Sono domande che sorgono spontanee in chi, come il sottoscritto e tanti altri, è stato ed è sinceramente contrario l’approdo di Tap a Melendugno e che sin dall’inizio ha messo in guardia dai pericoli di una protesta che degenerasse nel dogma barricadero ma inconcludente del “né qui né altrove”. Dogma che invece hanno cavalcato in maniera maliziosa e del tutto interessata sia i 5s sia il sindaco Potì, prima durante e dopo la campagna elettorale per le politiche del 2018, salvo però fallire su tutta la linea. E allora, osservando come stanno andando le cose per la Tav e come sono andate le cose per la Tap, mi chiedo quanti di coloro che hanno fomentato e che tuttora fomentano la logica del “né qui né altrove” – e parlo di coloro che hanno responsabilità istituzionali – siano davvero contrari a quel gasdotto”.

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