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Infiltrazioni mafiose a Surbo, l’ex sindaco: “pregiudizi sul mio cognome, lo toglierò alle mie figlie”

SURBO- “Pregiudizi sul mio cognome, sto pensando seriamente di toglierlo alle mie figlie”. Parla Fabio Vincenti, ex sindaco di Surbo, dopo la notifica del decreto che ha reso note le motivazioni che hanno indotto allo scioglimento del Consiglio per infiltrazioni mafiose. Di seguito l’intervista.

Lei ha rapporti diretti e parentele con esponenti della criminalità locale. E’ scritto questo nel decreto. 

“Vengono sottolineati i mie stretti rapporti familiari con un capo cosca locale. Si fa riferimento a un cugino di mio padre (Angelo Vincenti, ndr), morto nel 2004 e tratto in arresto nel 1993. È un fatto anomalo. Pago pesantemente un cognome e quindi un pregiudizio assurdo. Penso vivamente, a questo punto, di avanzare richiesta di cambio di cognome per le mie figlie: al di là delle responsabilità personali, che vedremo, io sono stato additato come il “figlio di cugino di” ed eviterò in tutti i modi che alle mie figlie possa accadere lo stesso”.

Come si difende dall’accusa per cui l’attività amministrativa sarebbe stata piegata ad altri interessi?

“Nel decreto si parla di rapporti con un imprenditore locale, relazioni che nessuno ha mai nascosto, anche perché Surbo è una comunità piccola e le conoscenze sono dirette. Mai, però, l’azione amministrativa ha favorito l’imprenditore in questione”.

E come lo dimostrerà?

“Con gli atti. Per ben due volte l’amministrazione ha bocciato il progetto dello stesso imprenditore per l’apertura di una discarica in località Parachianca, operazione da 40 milioni di euro. Poi, si fa riferimento a telefonate amichevoli tra me e lui in un periodo storico in cui aveva preso in subappalto un lavoro, tra l’altro lasciato a metà. La mia premura era che le cose venissero fatte nel rispetto dei tempi e delle regole per evitare ogni tipo di critica dai cittadini, ma è stata data un’interpretazione diversa da chi ha redatto l’informativa. Infine, guardiamo ai numeri: nel mio quinquennio da sindaco, su lavori pubblici per l’ammontare di 5 milioni di euro, l’imprenditore ha eseguito lavori per appena 28mila euro. Come sarebbe stato favorito?”.

Il prefetto ha chiesto la rimozione del comandante della Polizia municipale anche per non aver mai segnalato l’occupazione di case popolari da parte di pluripregiudicati. Perché l’amministrazione non ha controllato?

“È punto che stiamo attentamente studiando: si tratta di soggetti che hanno avuto diritto all’assegnazione degli alloggi in base ad una graduatoria del 1997. Faremo lo screening di tutta l’attività amministrativa per dimostrare quanto da noi fatto”.

Quale sarà la linea della difesa?

“Allegheremo ampia e imponente documentazione. Entreremo nel dettaglio di ogni contestazione. Cercheremo di rendere chiara la situazione per addivenire a quello che a mio avviso sarà di certo un provvedimento di annullamento del decreto”.

t.c.

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