Cronaca

Morte dj Navi, ancora giallo. I dettagli inediti per cui la famiglia non si arrende

LECCE -Non è soltanto la morte di un figlio a non dare pace alla famiglia Ciullo, loro lo dicono a gran voce: “giustizia non è stata fatta”.

Hanno spulciato i dettagli rivolgendosi a professionisti come medici legali e non si arrendono il padre e la madre di dj Navi, il 34enne trovato morto impiccato ad un albero nelle campagne di Acquarica del Capo il 21 giugno di 3 anni fa. La Pm Carmen Ruggiero ha richiesto l’archiviazione del fascicolo di indagine per 2 volte, l’ultima a febbraio scorso.

Per la famiglia c’è qualcuno dietro a quella tragedia, qualcuno che a novembre scorso è comparso anche nel registro degli indagati e dal quale entrambe i familiari si sono beccati una denuncia per diffamazione.

Difesi dall’Avvocato Paola Scialpi, loro all’ipotesi suicidio non hanno mai creduto e a TeleRama spiegano i dettagli inediti, corredati da apposite foto esplicative, a testimonianza della loro posizione:

1) in primis i piedi: in un corpo appeso, come nel caso dell’impiccamento, “il sangue defluisce verso il basso -spiega il padre dopo aver ascoltato più pareri medici- i piedi avrebbero dovuto avere un colore bluastro”

 

2)Le ecchimosi sul dorso testimonierebbero un versamento di sangue che in caso di impiccamento non avrebbero alcuna ragione di esistere, così come i segni sul collo porterebbero a pensare allo strisciamento di una corda con nodo laterale e asimmetrico, mentre “il cavo ritrovato microfonico (per giunta guainato e liscio) -specifica la famiglia -aveva un nodo semplice e centrale”.

3)i gommini ai piedi dello sgambello sul quale Ivan sarebbe salito per raggiungere la cima dell’albero non sono sporchi di terra: “lo sgabello -spiegano ancora- sembrerebbe essere stato solo appoggiato e non aver retto alcun peso tale da farlo sprofondare anche solo lievemente nella terra”.

 

4) infine la posizione genuflessa del corpo che, stando al verbale, “risulta giustificata dal cedimento dello stesso cavo la cui guaina però -concludono i genitori- non risulta nè allungata nè sbiadita”.

 

Al margine di questo la mamma di Ivan, Rita Bortone, reclama a gran voce giustizia. Ed è per questo che la battaglia andrà avanti.

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