SALENTO- Torna a piovere sugli invasi della Lucania, ma l’emergenza idrica tale resta: per tutta l’invernata, si prospetta il giro di vite sulla distribuzione dell’acqua, con enormi difficoltà per le abitazioni ai piani superiori laddove non vi siano idonei impianti di autoclave. Le previsioni che restituiscono i software di Aqp, che calcolano lo storico e le prospettive, non sono felici: “per il mese prossimo – dice Vito Palumbo, responsabile comunicazione Aqp – la situazione dovrebbe rimanere stazionaria. Si confida nelle piogge di primavera”.
La riduzione della pressione è stata avviata già il 28 settembre. Nelle ultime settimane, si è passati al piano B: l’attivazione di qualche decina di pozzi in tutta la Puglia per prelevare l’acqua dalla falda. Sono pozzi “dormienti”, tenuti in stand by e a cui la Regione consente di attingere proprio in casi come questi. Tuttavia, consentono di implementare l’erogazione solo di pochi litri al secondo e quindi non potranno rappresentare la soluzione.
La difficoltà più importante riguarda le fonti dell’Irpinia da cui Acquedotto Pugliese preleva la gran parte della risorsa. A conti fatti, al momento, risulta improbabile accogliere la richiesta avanzata da qualche banco del Consiglio regionale, come il gruppo di Alternativa Popolare, di ritornare alla normale erogazione almeno per il periodo natalizio.
Anzi, si pensa già al Piano C: “finora lo abbiamo scongiurato, ma siamo attrezzati anche per questo – spiega Palumbo – e cioè prevedere delle piattaforme con idrovore per prelevare le cosiddette ‘acque morte’ dagli invasi, le acque al di sotto del livello da cui solitamente attingiamo”.
I disagi, dunque, restano. E l’appello ai cittadini è di risparmiare acqua il più possibile: la disponibilità delle sorgenti di Caposele e Cassano Irpino resta pari al 33 per cento in meno rispetto alla media dello stesso periodo, – 50 per cento, invece, quella delle dighe.