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Compostaggio a Lecce, Metapulia ci riprova e bacchetta la politica

LECCE- Il progetto del mega impianto di compostaggio Metapulia, nella zona industriale Lecce-Surbo, a giugno era stato congelato per un vizio di forma. Quel che è mancato da parte della societĂ  romana è stato un passaggio tecnico presso l’Asi per l’assegnazione del sito. La Valutazione di Impatto Ambientale e l’Autorizzazione Integrata Ambientale riguarda un impianto per il trattamento di 50mila tonnellate l’anno di Forsu, vale a dire l’umido raccolto con la differenziata, oltre a 13mila tonnellate di sfalci di verde pubblico e 15mila di fanghi biologici. Con questi numeri, quello di Metapulia sarebbe l’impianto di compostaggio piĂą grande della provincia, pensato per produrre anche biometano da immettere nella rete nazionale. Ora Metapulia fa sapere che tra qualche giorno presenterĂ  in Provincia nuova istanza di accesso alla procedura di valutazione di impatto ambientale, ricollocando il progetto nella zona indicata dal Consiglio di Amministrazione dell’ente che regola gli insediamenti nella zona industriale di Lecce e risolto il vizio di forma contestato in conferenza di servizi. “Da leccese volato altrove per formarsi e studiare –scrive l’amministratore della societĂ , Piero Seracca Guerrieri– ho davvero creduto di poter importare nuova linfa e capacitĂ  ad un territorio bellissimo, che non aspetta altro che crescere, ma che troppo spesso viene sequestrato dall’incapacitĂ  dei propri amministratori di andare oltre le prossime elezioni e di guardare alle prossime generazioni, nel rispetto dell’ambiente e della salute pubblica. Abbiamo imparato -dice- che esistono vari tipi di spazzatura: c’è la TV spazzatura, che non passa mai di moda, esite la spazzatura mediatica, intesa come quell’odiosa opera di sistematica distruzione di qualcosa o peggio, di qualcuno, tramite la diffusione di notizie colpevolmente false, con il precipuo scopo di cagionare danno ad una parte… e poi c’è la spazzatura vera e propria, la monnezza, tanto per intenderci. Tra tutte, la categoria che piĂą mi sta a cuore è evidentemente l’ultima, quella di matrice organica però. Non un impianto di compostaggio, ma un complesso industriale in grado di trasformare, in ambiente chiuso e stagno quindi senza alcun pericolo di fuoriuscita di odori o di altre esalazioni o polveri sottili, la spazzatura in fertilizzante e metano, prodotti della degradazione naturale della materia. Il progetto rappresenta la somma delle migliori tecnologie attualmente disponibili -dice- nel campo del trattamento dei rifiuti, la societĂ  avrebbe dovuto investire oltre 20 milioni per la realizzazione del sito. Una carta bollata ha tagliato le gambe ad un progetto che oggi avrebbe potuto essere giĂ  in cantiere“.

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