Cronaca

Droga ed estorsioni, il mercato nero di Francavilla

FRANCAVILLA FONTANA (BR)3 arresti eccellenti in una sola settimana che se da un lato testimoniano l’eccellente lavoro delle forze dell’ordine, dall’altro aprono squarci inquietanti su quella che è la criminalità a Francavilla Fontana, tra traffico di droga e racket.

Ma anche sui presunti collegamenti con la ‘ndrangheta calabrese e a margine, tra i cattivi rapporti tra politica e associazione antiracket.

Gli arresti di Anna Lerna, moglie del ben noto Antonio Parisi, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, e il coinvolgimento di Cosimo Canovari all’interno della maxi operazione antidroga su scala internazionale della Procura di Milano, con manette ai polsi arrivate addirittura dai Ros, testimonia l’importanza del fenomeno dello spaccio nella ‘città degli Imperiali’ dove, dalle 21 in poi, è più facile acquistare un pò di cocaina piuttosto che un chilo di pane.

Allo stesso tempo, smascherato il ‘cartello’ per l’approvvigionamento della droga, partita dalla Colombia e immessa sul mercato dalle cosche calabresi, gli inquirenti tendono a ricollegare proprio alla ‘ndrangheta alcuni episodi di cronaca nera del passato, recente e remoto.

Su tutti, l’attentato dell’8 ottobre allo stesso Canovari, con modalità ‘esplosive’ tipiche della mafia reggina.  Altro discorso, sul fronte estorsivo. L’operazione ‘Postino’, con l’arresto del 25enne Alfonso Leo, figlio del presunto boss Scu Gaetano, hanno evidenziato un fatto che con ragionevole certezza, può essere marchiato dall’appellativo di oggettivo.

A Francavilla, alcuni imprenditori pagano il pizzo. Con il Sindaco Vincenzo Della Corte, pronto a criticare l’operato dell’associazione antiracket, ad oggi incapace di raccogliere una sola denuncia e troppe volte, pronta a rassicurare la cittadinanza.

“A Francavilla, il fenomeno è sotto controllo”, hanno ripetuto più volte i vertici dell’associazione. Affermazione resa incauta dalle pagine di un’ordinanza, quella che ha portato in manette Leo, in cui si fanno nomi, cognomi e persino cifre. 350mila euro in pizzi.

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