Cronaca

Lega tumori contro Tap, esposto in Procura: “Future emissioni nocive”

LECCE-  La sua contrarietà al progetto l’aveva già espressa, ma ora la Lega Tumori leccese la mette per iscritto, motivandola, in un esposto contro Tap depositato in mattinata in Procura. A sottoscriverlo il responsabile scientifico, Giuseppe Serravezza, perché “si ritiene che il progetto abbia importanti ricadute in senso negativo sull’ambiente e quindi sulla salute della popolazione”.  Il riferimento, in particolare, è alle “emissioni onshore e offshore, cioè le emissioni PRT ordinarie (Pressure Reduction Terminal), le emissioni di emergenza non routinarie (scarico di emergenza, rottura della condotta), i fumi esausti (delle macchine e delle navi), l’impianto non rimosso – i lunghi tunnel interrati – che rimarranno alla scadenza d’uso”.
Contro questo punta il dito l’esposto, ricostruendo il contesto in cui il gasdotto con approdo a Melendugno si inserisce. Il quadro sanitario è ormai chiaro: troppi tumori, come confermato dal Report Ambiente e Salute in provincia di Lecce e, prima ancora, dal Registro Tumori della ASL. L’incidenza delle neoplasie polmonari negli uomini è maggiore di quella riscontrata nelle zone urbanizzate del centro/nord (con un tasso standardizzato pari a 87.6 per 100.000 contro un dato medio di 72.9 per 100.000 nelle regioni del nord Italia e di 63.8 per 100.000 nelle regioni del sud).

Il comprensorio territoriale interessato è il distretto di Galatina seguito da Poggiardo, Casarano, Maglie. A ciò si aggiunge uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità, relativo all’incidenza dei tumori polmonari, che ha evidenziato un cluster di 16 Comuni del centro Salento (nello specifico: Galatina, Galatone, Seclì, Neviano, Aradeo, Collepasso, Cutrofiano, Soleto, Sternatia, Zollino, Maglie, Melpignano, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto e Sogliano, quest’ultimo con il più alto tasso di incidenza) in cui si registrava un’incidenza di 355 casi di tumore polmonare contro i 285 attesi.

Cosa c’entra tutto questo con Tap? “E’ scientificamente ormai acquisito – spiega Serravezza – che il 90 per cento dei casi di cancro è dovuto alla presenza nell’ambiente, inteso in senso lato, di fattori di rischio oncologico. E, pertanto, se nel Salento il cancro avanza e miete sempre più vittime, coinvolgendo anche fasce di età prima non toccate dalla malattia, ciò è un chiaro indizio di un ingravescente stato di sofferenza ambientale. Ciò obbliga moralmente tutte le Istituzioni alla massima sorveglianza sulle scelte di sviluppo economico e sugli effetti impattanti di ulteriori insediamenti industriali, che finirebbero per aggravare una situazione ormai insostenibile”.

È la motivazione che ha spinto la Lega Tumori a chiedere alla magistratura a prendere “in esame il progetto TAP per una approfondita analisi e conseguente valutazione, al fine, soprattutto, di scongiurare ulteriori aggravi a danno della salute pubblica, già così pesantemente compromessa”.

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