CronacaEconomia

Bufera Xylella, mozione di sfiducia per il Ministro Martina. Informativa al Governo

LECCE-  Dopo la bufera scatenata dalla Procura di Lecce con il sequestro degli ulivi, arriva la mozione di sfiducia per il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. Il testo è stato depositato al Senato dal M5S e ha come prima firmataria la senatrice salentina Daniela Donno. La richiesta di dimissioni, dunque, anticipa di poche ore l’informativa al Consiglio dei ministri presentata in mattinata da Martina, per riferire su quanto accaduto. Nessun commento politico da parte sua, almeno per ora. Di certo c’è che una delle patate bollenti più importanti è quella delle dimissioni, ad ora meditate ma non ufficializzate, dal commissario straordinario Giuseppe Silletti.
Le acque ai piani alti, com’era prevedibile, sono agitate. A Lecce, invece, attivisti si organizzano per un sit in di solidarietà alla Procura, domenica 27 dicembre, dopo le reazioni arrivate da una parte del mondo scientifico e produttivo.

C’è quel decreto di sequestro, in attesa di convalida entro Capodanno dal gip Alcide Maritati, alla base della richiesta di un passo indietro formalizzata dal Movimento 5 Stelle contro Martina, accusato di “inidoneità ed errori” nella gestione dell’emergenza Xylella. La pausa natalizia costringerà a far calendarizzare e discutere il testo solo nel 2016, ma nel frattempo si medita anche un esposto in Procura per chiedere di far luce su eventuali responsabilità del ministro, definito dalla senatrice Donno, capogruppo in commissione Agricoltura del M5S a Palazzo Madama, “il braccio armato di questa operazione che sta portando alla desertificazione di alcune aree del Salento”.

È scritto nella mozione di sfiducia: “Nonostante le incertezze e le carenze scientifiche in merito al ceppo pugliese del batterio Xylella fastidiosa nonché la sussistenza di campionamenti con pochi casi positivi, si è proceduto – nell’assoluta imperizia operativa, di controllo e di salvaguardia del Ministro Martina – alla distruzione di un numero considerevole di piante nel territorio pugliese, con grave nocumento all’economia locale, al paesaggio e all’ambiente”.

Poi, ancora: “I fatti, unitamente all’inchiesta della procura di Lecce, mostrano l’assoluto fraintendimento da parte del ministro Martina di quella che dovrebbe essere la propria funzione istituzionale, avente quale unico obiettivo, per vero, la cura e la salvaguardia degli interessi pubblici”. Da qui l’accusa di “inidoneità” allo svolgimento delle “mansioni, a causa dell’evidente perpetrazione di molteplici errori di valutazione, conduzione e coordinazione”.

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