Cronaca

Morire di carcere: oggi la sentenza per il caso Durante. Imputati 5 medici

TRANI-  Il “caso Cucchi” salentino è all’epilogo: oggi è il giorno della sentenza per omicidio colposo per la morte di Gregorio Durante. Gli imputati sono 5 medici che lo ebbero in cura mentre era detenuto.
La vita del giovane di Nardò si spense a 33 anni nella notte del 30 dicembre 2011, in una cella del carcere di Trani. Era detenuto perchè, durante il periodo in cui era sotto sorveglianza speciale, diede un ceffone ad un ragazzo. Gregorio è morto di una morte annunciata. Era malato, soffriva di crisi epilettiche violentissime ed il suo fragile equilibrio fisico era mantenuto dall’assunzione di due farmaci: il gardenale ed il tolep. Quest’ultimo, a Trani, la Asl non lo passava e dall’esterno ai parenti non era consentito portarlo in carcere.

A nulla valse la lotta di sua madre e di sua moglie, che sapevano a cosa Gregorio sarebbe andato incontro. In pochi mesi la situazione precipito’: gregorio ebbe una crisi fortissima. Ben 5 volte intervenne il 118, ma i sanitari gli iniettavano del valium e andavano via. Poi “lo imbottirono di farmaci” dice la madre. e, in pochi giorni, Gregorio divento’ un vegetale, portava il pannolone, non si reggeva in piedi, era sulla sedia a rotelle. Fu ricoverato e rimandato in carcere dove, per 3 giorni, fu messo in isolamento “per punizione”, perche’ pensavano fingesse.

Le cartelle cliniche si fermano al 24 dicembre, che e’ anche il giorno in cui, per l’ultima volta, mamma e moglie lo videro vivo. In principio gli indagati erano 14, poi sono diventati 5. tutti hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato. Oggi sara’ emessa la sentenza. Gregorio e’ il figlio di Pippi Durante, che sta scontando 31 anni di carcere per l’omicidio di Renata Fonte, assessore comunale di nardo’ uccisa mentre lottava per salvare l’ambiente. La mamma di Gregorio dice che e’ giusto che ognuno paghi le proprie colpe. E che deve valere anche per l’omicidio -per lei volontario- di suo figlio.

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