Proseguono senza sosta le ricerche dell’auto di Najoua Minniti. La Lancia Y chiara della donna è ora il punto chiave per ricostruire le ultime ore prima della tragedia: un tassello che potrebbe chiarire la direzione presa da Najoua e la dinamica degli eventi, per chiudere definitivamente il cerchio su questo drammatico fatto di cronaca. Nelle ultime ore i carabinieri hanno avviato un’operazione di ricerca con l’ausilio di droni. Le ricerche si concentrano lungo un tratto compreso tra i faraglioni delle Due Sorelle e Sant’Andrea nel territorio di Melendugno. Non si esclude infatti che la donna possa essersi lanciata in acqua proprio con il veicolo, trascinata dalle correnti subito dopo essere finita in mare. Sulla terraferma, controlli a parcheggi, campagne e strade sterrate non hanno dato esito. Sul fronte investigativo, la pista dell’omicidio-suicidio resta al momento l’unica seguita. Il corpo della 36enne era stato trovato attorno alle 14:30 di martedì da un sub, mentre il cadavere del piccolo Elia era stato rinvenuto ore dopo nella loro abitazione, al civico 106 di via Montinari, steso sul letto con il pigiama: secondo i primi riscontri, il decesso risalirebbe alla notte tra il 17 e il 18 novembre e sarebbe compatibile con asfissia meccanica. Gli inquirenti stanno ora ricostruendo il contesto familiare e le settimane precedenti alla tragedia, segnate dalla separazione dalla ex compagna e da rapporti considerati tesi. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Erika Masetti, attendono gli esiti delle autopsie: saranno questi, insieme al ritrovamento dell’auto, a restituire le ultime risposte ancora sospese. Di fronte alla tragedia di Calimera, la Camera Minorile di Lecce, in un comunicato stampa, sottolinea con forza “l’esigenza improrogabile di potenziare i servizi di supporto alla genitorialità, i Centri di Ascolto e i servizi di salute mentale territoriale. Non è sufficiente intervenire a emergenza conclamata; è vitale investire sulla prevenzione e sul sostegno psicologico continuativo per quei genitori che vivono situazioni di fragilità, isolamento o disagio psichico latente”.
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