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Droga, vendita di armi ed estorsioni: 17 arresti tra Canosa e Bari

Operazione Diomede 17 arresti tra Canosa e Bari

Due anni di indagini della Dda per l’operazione Diomede che ha portato a un blitz dei carabinieri nei confronti di personaggi considerati vicini al clan criminale Boccuto. Estorsioni aggravate dal metodo mafioso, vendita e porto illegale in luogo pubblico di armi e munizioni da guerra, associazione finalizzata al traffico illecito di droga, soprattutto hashish e cocaina. Sono le accuse contestate a vario titolo, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, a un gruppo criminale che operava nel nord barese. Gli arrestati sono 17 (8 in carcere e 9 ai domiciliari), mentre per altre due persone è stato disposto l’obbligo di dimora. Gli indagati – tra cui due donne – sono tutti di Canosa, tranne un barese. Secondo l’accusa avrebbero anche sottoposto a violente estorsioni i giostrai che arrivavano in paese per la festa patronale. Accertato anche il legame tra l’organizzazione criminale e alcuni esponenti del Strisciuglio di Bari, da cui il gruppo si sarebbe rifornito di armi, anche da guerra. La banda pianificava anche azioni di sangue nei confronti dei gruppi antagonisti per il controllo dello spaccio sulle piazze locali, organizzato in una struttura piramidale che agiva nel centro storico e nella zona 167 di Canosa di Puglia. I proventi, quantificati in circa tremila euro al giorno, confluivano in una cassa comune.

L’organizzazione prevedeva l’affiliazione in stile mafioso con la recita della “favella”, una filastrocca imparata a memoria e ripetuta dinanzi a un’immagine sacra e al padrino: il 34enne Daniele Boccuto, che avrebbe impartito ordini dal carcere di Siracusa dov’è recluso per omicidio, dispersione di cadavere, spaccio di stupefacenti, estorsione, detenzione e porto di armi. Gli investigatori hanno decifrato il linguaggio in codice utilizzato dagli spacciatori al telefono con gli acquirenti, e hanno ricostruito i canali di approvvigionamento: gli stupefacenti venivano acquistati in ingenti quantitativi da Cerignola e Bari, per poi essere destinati allo smercio al dettaglio sulle piazze controllate.

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