LECCE – Due atti intimidatori compiuti a distanza di pochi giorni. Due appartamenti dati alle fiamme. Un’azione mirata che agli inquirenti non ha lasciato il minimo dubbio, indirizzando da subito l’attività investigativa verso il filone del business milionario fondato sulle truffe con i bonus edilizi. L’inchiesta avviata dalla Procura di Lecce ha portato ora all’iscrizione nel registro degli indagati di 22 persone, facendo luce su un sistema dove frodi fiscali e violenze di vario genere si intrecciano. Due gli episodi: quello della notte tra il 25 ed il 26 giugno e poi quello tra il 28 ed il 29 dello stesso mese del 2022. La stessa abitazione data alle fiamme a Presicce Acquarica. A quanto sostengono gli investigatori dietro gli atti intimidatori, la mano di Orazio Preite, 41 anni di Taurisano, con un conto in sospeso di 150mila euro con il proprietario dell’immobile Giorgio Monsellato. Preite, stando alla ricostruzione investigativa, avrebbe preteso la parte dei proventi delle pratiche del bonus. Monsellato non sarebbe stato l’unico a ricevere intimidazioni. Anche un altro degli indagati, Antonio Tommaso Memmi, avrebbe subito lo stesso trattamento, con incendi messi in atto contro auto ed abitazioni. L’avviso di conclusione delle indagini porta la firma della procuratrice Simona Rizzo ed offre uno spaccato sui bonus edilizi divenuti terreno fertile per un sistema criminale organizzato. Le accuse contestate nel procedimento collegato all’inchiesta “EasyBonus” vanno dalle truffe alle estorsioni e ancora illeciti tributari, riciclaggio e autoriciclaggio.
