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Materna del rione La Rosa rischia la chiusura

Chiusura scuola materna La Rosa a Brindisi

Le mamme dei bambini del quartiere La Rosa di Brindisi, con molta probabilità, dovranno accompagnare i propri figli in altre scuole a partire dal mese di settembre. La chiusura della scuola materna comporterebbe enormi difficoltà soprattutto alle famiglie e ai piccoli che hanno già iniziato il ciclo scolastico negli anni precedenti ma se a settembre non ci saranno nuovi iscritti l’istituto non sarà aperto. Purtroppo il numero minimo imposto è di 18 bambini e se si formasse una sezione con soli 8 iscritti, si configurerebbe un danno erariale così come ha fatto sapere la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Ambito di Brindisi, Angela Tiziana Di Noia.
Se si dovessero verificare dei mutamenti nelle iscrizioni, la situazione sarà valutata nei prossimi mesi, ma se le iscrizioni rimanessero otto, per parità di trattamento tra tutte le scuole, la sezione verrà chiusa, come è accaduto in altri plessi.
Ovviamente i genitori sperano che la scuola rimanga aperta e non sono poche in queste settimane le polemiche che hanno sollevato anche perché il quartiere La Rosa già nel 2022 ha visto la chiusura della scuola elementare, sempre a causa del calo di iscrizioni che si aggiungeva all’assenza di un codice meccanografico, un codice identificativo unico proprio di ogni scuola.
Nonostante le lettere inviate al sindaco, all’Ufficio scolastico e alla Regione per illustrare il disagio degli abitanti del quartiere, la scuola venne chiusa e i genitori si rassegnarono.
Il quartiere La Rosa è quello più periferico della città, e questo crea anche disagi nel trasporto pubblico.
L’eventuale chiusura rappresenterebbe un duro colpo per un’area che, già penalizzata da una carenza di servizi, rischierebbe di perdere l’unico vero centro di aggregazione esistente.
I genitori lanciano un appello al Comune di Brindisi, alla Provincia e alla Regione Puglia affinché non venga permesso che la scuola del quartiere La Rosa chiuda i battenti. “Occorre un intervento urgente – dicono- per garantire non solo la continuità didattica, ma anche il diritto all’istruzione di prossimità e il mantenimento del tessuto sociale di un’intera comunità.

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