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Basket A2, Nardò Basket perde e retrocede, Cremona salva

Nardò-Cremona playout Basket A2

LECCE – Il sogno di Nardò in Serie A2 si è concluso. Dopo quattro stagioni emozionanti tra i grandi del basket italiano, il Toro torna in Serie B. Nell’ultima e decisiva partita dei playout, la JuVi Cremona ha vinto al Pala San Giuseppe 85-73, chiudendo la serie e spegnendo le speranze granata.
È stata una partita dura, combattuta, ma alla fine ha vinto la squadra più solida e continua. Il cuore di Nardò non è bastato. Gli sforzi, la grinta, le giocate di orgoglio non hanno potuto cambiare il destino. È come se il treno della salvezza fosse passato troppo in fretta, e il Toro, pur correndogli dietro, non sia riuscito a salirci.
Il primo quarto è stato giocato punto a punto, con grande intensità da entrambe le parti: 23-24 per Cremona il parziale. Il secondo periodo ha visto un continuo saliscendi: Nardò si è aggrappata alle invenzioni di Stewart jr., alle sportellate di Pagani, alla freddezza di Nikolic, ma la JuVi ha sempre saputo rispondere colpo su colpo. Si è andati negli spogliatoi con un solo punto di scarto, 39-40, a testimonianza di una sfida ancora aperta e piena di tensione.
Il terzo quarto, però, ha cambiato l’inerzia. Cremona ha stretto le maglie in difesa e approfittato di qualche errore di troppo dei padroni di casa, scavando un piccolo solco. Nonostante un paio di lampi di Stewart jr., il parziale ha sorriso agli ospiti: 52-62, e l’inerzia è scivolata via dalle mani del Toro come sabbia tra le dita.
Nell’ultimo quarto, Nardò ha provato a rialzarsi, come un pugile stanco che però non vuole mollare. Smith ha messo a segno sei punti consecutivi, Nikolic ha colpito da tre, Mouaha ha provato a tenere viva la speranza con l’energia di chi non vuole scendere dal treno. Ma ogni volta che Nardò accorciava, Cremona rispondeva con freddezza e precisione. Il parziale finale è stato di 73-85, e con esso si è chiuso il sipario.
I tifosi, ancora una volta, sono stati meravigliosi. Hanno spinto, cantato, creduto. Ma non è bastato. Dopo quattro anni di emozioni, di battaglie, di sogni condivisi, arriva l’epilogo più amaro.
Ora è tempo di fare i conti con la realtà. Ma anche di custodire con orgoglio questa favola che resterà per sempre nei cuori del Salento. Perché il Toro può cadere, ma non smette mai di rialzarsi.

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