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Corvino a Piazza Giallorossa: “Solo chi non lavora non sbaglia. Siamo salvi da 105 partite”

LECCE – Il Direttore dell’area tecnica del Lecce, Pantaleo Corvino, ospite a Piazza Giallorossa, ha parlato del campionato del Lecce e dell’eccezionalità di essere in Serie A. Ha sottolineato come nulla sia scontato e come le sconfitte debbano essere messe in preventivo, senza che la permanenza nella massima serie diventi un’abitudine:

L’eccezionalità sta nel riuscire a essere promossi in Serie A e nel rimanerci per tre anni. Mancano nove partite e sono 105 gare che il Lecce è sempre salvo. Questa eccezionalità, però, quando diventa normalità, diventa un problema e diventa pericolosa. Ed è la cosa che più mi dà fastidio”.

La Serie A è un campionato difficile, e il Lecce lo sta affrontando con orgoglio e determinazione:

“Un campionato di 38 partite in Serie A, soprattutto il nostro, sappiamo quanto sia difficile e quante insidie comporti. Vincere è complicato per tutte le squadre, non solo per chi lotta per non retrocedere, ma anche per chi punta a grandi obiettivi. In Serie A vincere è difficile per tutti. Immaginiamoci per le squadre come la nostra, che lottano per mantenere la categoria. Inoltre, è complicato segnare: questi due aspetti vanno considerati insieme”.

Pantaleo Corvino è spesso oggetto di critiche nel panorama calcistico salentino, nonostante i risultati ottenuti. Tuttavia, il dirigente di Vernole trova stimolanti le critiche costruttive:

“Le critiche per un manager sono giustificate, ci devono essere perché ti aiutano. Molte altre, invece, mi amareggiano. E devono amareggiarmi, perché chi si sente responsabile fa delle analisi, partendo dal presupposto che solo chi non lavora non fa errori: gli errori li commettiamo tutti. Tuttavia, le critiche diventano fondate solo se a fine campionato non hai raggiunto gli obiettivi della società. Gli errori si valutano alla fine: se oggi il campionato finisse, potrei dire che siamo tre punti avanti. Cosa potrei rimproverarmi? Ci sono club come Venezia, Parma e Como, saliti dalla Serie B con 100 milioni investiti sul mercato. Io rappresento una proprietà che non può spendere quelle cifre e che persegue una politica di sostenibilità per non indebitarsi. Indebitarsi significa porre le basi per la fine del calcio. A meno che non arrivi uno sceicco, ma questo non può accadere, e quindi cerchiamo di fare il meglio con le risorse che abbiamo”.

Uno dei problemi principali della squadra è la difficoltà nel segnare, ma Corvino chiarisce che non è una questione legata solo agli attaccanti:

Il Lecce è la squadra che ha segnato meno, ma non per colpa degli attaccanti. La nostra prima punta e la seconda punta hanno realizzato 21 gol complessivi: trovami in Italia quante altre squadre hanno due attaccanti con questi numeri. Il problema è la mancanza di reti da parte di centrocampisti e difensori, specialmente su palle inattive. Non si può dire che il nostro reparto offensivo sia carente, perché ha realizzato 21 gol”.

Il Lecce ha anche incrementato il monte ingaggi per poter competere meglio, pur dovendo confrontarsi con realtà economicamente più solide:

Noi l’abbiamo alzata l’asticella, anche per quanto riguarda il monte ingaggi: da 15 milioni siamo arrivati a 19. Ma l’abbiamo fatto per cercare di migliorare. Se poi gli altri fanno il salto con l’asta, noi non possiamo farci nulla. Per seguirli, dovremmo indebitarci, e questo non è un’opzione”.

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