BRINDISI – Presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stato firmato un protocollo d’intesa che riguarda anche il petrolchimico di Brindisi. Tuttavia, è importante sottolineare che l’accordo non ha ottenuto consenso unanime.
Il protocollo mira a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali, inclusi quelli dell’indotto, e prevede un piano di riconversione industriale per la società chimica Versalis, con un investimento potenziale di 2 miliardi di euro. Il Ministro, Adolfo Urso, ha dichiarato che il piano è “impegnativo ma necessario” tanto che lo si vuole far diventare un “progetto Paese” con l’impegno a livello europeo, per rendere la chimica un “settore strategico nel continente”.
Nonostante l’importanza e l’ambizione del progetto, la Regione Puglia e la CGIL hanno espresso riserve e non hanno firmato l’accordo. La CGIL, in particolare, ha adottato una posizione attendista, mentre la Regione Puglia ha dichiarato la necessità di approfondire ulteriormente i dettagli del piano. La mancanza di consenso da parte di questi attori chiave evidenzia le preoccupazioni riguardo alle conseguenze occupazionali e ambientali del piano di riconversione.
Il protocollo d’intesa ha comunque ottenuto il sostegno di altri sindacati e regioni, tra cui la Cisal e la Femca Cisl, che hanno firmato l’accordo dopo sei mesi di intenso confronto con Eni. La Femca Cisl ha sottolineato l’importanza di salvaguardare l’intensità industriale e occupazionale dei siti produttivi di Brindisi, Priolo e Ragusa.
Mentre il protocollo rappresenta un passo significativo verso la trasformazione del settore chimico italiano, la mancanza di consenso da parte della Regione Puglia e della CGIL solleva interrogativi sulla sua attuazione e sulle sue future implicazioni. Sarà fondamentale monitorare attentamente l’evoluzione del progetto e garantire che tutte le parti coinvolte possano trovare un terreno comune per il successo del piano.