SportTaranto

Il Taranto è caduto ma non è ancora morto

Tifosi del Taranto allo Iacovone

TARANTO – Taranto si risveglia senza il suo calcio. Da ieri le domeniche senza calcio rossoblù sono realtà, e il silenzio attorno alla squadra è assordante. È la quiete che segue il crollo di un gigante, il rumore sordo di un sogno infranto.
L’esclusione dalla Serie C era scritta, una sentenza attesa, inevitabile, ma che fa male lo stesso. La ferita brucia perché non è il destino che ha colpito il Taranto, ma mani incapaci di proteggerlo. È stato tradito dalla presunzione e una gestione scellerata.
Oggi i i tifosi rossoblù si ritrovano davanti alle macerie, con una domanda che pesa come un macigno: da dove si riparte? La Serie D? L’Eccellenza? Ancora non lo sappiamo. Dipenderà dal Consiglio Federale e, soprattutto, da chi avrà la forza di rimboccarsi le maniche.
E allora basta illusioni, basta promesse da fiera, basta capipopolo che gridano miracoli. Il Taranto non ha bisogno di fumo negli occhi, ma di basi solide, di un progetto serio, di uomini veri che sappiano costruire e non solo apparire.
Nel buio, qualche luce inizia a vedersi ma è impossibile fidarsi ormai della parole. Zerbo vorrebbe continuare per ricominciare. Poi c’è Apex Capital che si è fatta avanti ancora una volta ma sarà vero? Si fa strada anche la proposta di una polisportiva che abbracci non solo il calcio ma l’intero movimento sportivo cittadino. E infine c’è l’imprenditore Di Stefano ha manifestato il suo interesse, ma le parole dovranno presto lasciare spazio ai fatti.
Una cosa è certa: la città di Taranto merita un progetto vero, pulito, ambizioso ma sostenibile. Non serve una nuova corsa al consenso, ma una rinascita vera, costruita con il lavoro, con il rispetto della maglia, con il coinvolgimento di chi ama questi colori davvero.

E da queste ceneri bisogna risollevarsi. Questa può essere la possibilità di una rinascita, la più grande di sempre. Il danno ormai è fatto e bisogna guardare avanti. Dipende da chi avrà il coraggio di scrivere una storia diversa. Una storia che Taranto merita davvero.

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