LECCE – “Vengo a parlare del rigore, dopo una partita non bella, ma il penalty ha spostato tutto. Dispiace perchè facciamo una fatica enorme a capire regole e protocolli. L’arbitro dal campo vede bene e dice che si può continuare. Ma è intervenuto il Var in una situazione che riguardava l’arbitro (Kevin Bonacina della sezione di Bergamo, ndr). Poi, si propone un rigore inconcepibile. Mi dispiace che un giovane arbitro, come Bonacina, sia stato mandato al massacro. Mi è dispiaciuto per lui e gliel’ho detto. Un arbitro che ha visto bene, non può essere richiamato. Qui si è interpretata la regola in maniera ridicola. Diciamo che è una barzelletta Il protocollo è diventato una barzelletta. È stato inventato una fattispecie di fallo: l’attaccante che sbatte la testa contro il gomito del difensore. Da ora in poi bisognerà punire tutti questi contatti. Una regola che non è valsa dopo, quando è stato commesso il fallo su Coulibaly. Ma in questo caso, il rigore ridicolo non è stato dato. Poi, c’era un secondo giallo per Payero, questa non è una cosa ridicola, ma seria. Oggi portando a casa un pareggio, in una partita non bella, per noi sarebbe stata tutt’altra storia. Anche i ragazzi fanno fatica a capire. Complimenti all’Udinese, però del rigore volevo e dovevo dirlo”: così nel post match un deluso e amareggiato presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani, nel commentare il rigore “inesistente” assegnato nel primo tempo all’Udinese e siglato da Lucca. Un penalty che è valso i tre punti ai friulani e la sconfitta dei giallorossi al Via del Mare.
COME LO SCORSO ANNO – Il numero uno di Via Colonnello Costadura non le manda di certo a dire: “Al Var c’era lo stesso arbitro (Guida di Torre Annunziata, ndr) che trovò il pestone di Piccoli che non ci fece vincere col Milan. Succede la seconda volta e comincia a essere un po’ pesante. L’anno scorso arrivarono le scuse a fine stagione, non so se arriveranno quest’anno. Noi portando a casa un pareggio oggi avremmo fatto tutta la differenza. Ogni volta affrontiamo difficoltà enormi, oltre a quelle naturali per una società come il Lecce. Sono cose difficili da comprendere per i ragazzi”, ha concluso il presidente dei giallorossi.