Era un bimbo sottopeso, fortemente disidratato e trascurato, il piccolo di circa 3-4 settimane trovato morto il 2 gennaio scorso nella culla termica della parrocchia di San Giovanni Battista di Bari.
Il piccolo, un maschietto, pesava 2 chili e 800 grammi ed era stato partorito a termine, forse non in ospedale, anche se quest’ultima è solo un’ipotesi.
Sono i nuovi particolari che emergono dall’autopsia compiuta sul neonato, che sarebbe morto orientativamente per ipotermia, cioè di freddo, anche se per stabilirlo con certezza serviranno i risultati degli esami istologici. Se il piccolo non fosse stato così trascurato, forse si sarebbe potuto salvare nonostante il mancato funzionamento del riscaldamento della culla e il mancato azionamento dell’allarme collegato al cellulare del parroco. Ricordiamo che don Antonio Ruccia è indagato per omicidio colposo insieme al tecnico che a metà dicembre si è occupato della manutenzione della culla salvavita, dopo ripetuti blackout.
Dall’autopsia è risultato anche che il neonato ha lievi escoriazioni alle caviglie, assolutamente trascurabili e molto superficiali, forse provocate da parassiti cutanei. Resta ora da stabilire se sia stato messo nella culla quando era ancora vivo oppure già morto, anche se le prime valutazioni investigative propendono per la prima ipotesi. La temperatura del cadavere era infatti la stessa della stanza, particolare che fa ipotizzare agli inquirenti che il bimbo sia rimasto nella culla termica per molto tempo, fino a che il suo cuore ha smesso di battere.