TARANTO – Domenica si torna in campo a Latina, ma il Taranto è nella bufera.
Possiamo parlare della “tempesta perfetta”: senza allenatore, senza certezze societarie, senza chiarezza sulla possibile cessione della società e con una probabile messa in mora da parte dei calciatori.
Sembra passato un secolo dalla scorsa stagione, quando con Capuano si sognava addirittura la Serie B. Ora, invece, il destino sembra segnato: una retrocessione in Serie D che appare inevitabile e il rischio di un fallimento che potrebbe costringere a ripartire da zero. In questo contesto drammatico, la città di Taranto avrà presto uno stadio tutto nuovo. Un paradosso amaro per una tifoseria esausta e delusa.
Dopo il naufragio delle trattative con Apex e le successive complicazioni, è arrivata l’offerta dell’imprenditore Di Stefano e il rilancio della stessa Apex. Al momento però nessuna certezza.
Nel frattempo, però, rimangono gli stipendi da pagare e i calciatori, ormai sul piede di guerra, pronti a rivolgersi alle vie legali.
Come se non bastasse, anche la scelta del nuovo allenatore è rimasta bloccata. Dopo che sembrava imminente l’arrivo di Passiatore, la trattativa è svanita nelle sabbie mobili dell’incertezza. Contro il Giugliano, la squadra è stata guidata dall’allenatore dell’Under 15, Bisignano, grazie a una deroga prevista dai regolamenti. La Lega non concederà ulteriori eccezioni: serve urgentemente un tecnico ufficiale.
Gli ultimi allenamenti sono stati condotti dal preparatore atletico Rizzo, ma ormai non bastano più soluzioni tampone: la squadra ha bisogno di una guida stabile, anche se consapevole che il cammino attuale è una lenta discesa negli inferi del calcio.
Tra i possibili candidati, dopo la mancata chiusura con Passiatore, spunta il nome di Alessandro Oliva, classe 1963, reduce da due salvezze con il Verbania in Eccellenza Piemontese. Una scelta che, se confermata, evidenzierebbe il livello di ridimensionamento a cui è costretto il Taranto, che al momento naviga in alto mare.
Un ulteriore fardello è rappresentato dalla possibile messa in mora dei calciatori per il recupero degli stipendi arretrati dell’ultimo trimestre del 2024. Il club avrebbe 20 giorni di tempo, dalla notifica, per regolarizzare i pagamenti: in caso contrario, i giocatori sarebbero liberi di svincolarsi e cercare fortuna altrove.
E così si conclude questa cronaca di crisi: il Taranto sta vivendo una delle pagine più nere della sua storia.