Processo d’appello bis dopo la pronuncia della Corte di Cassazione sui ricorsi presentati dall’ex assessore del Comune di Cellino San Marco, Gabriele Elia, e dagli imprenditori salentini Tommaso Ricchiuto e Alfredo Bruno, condannati con l’accusa di corruzione, mossa in seguito all’inchiesta chiamata Do ut Des che il 10 aprile 2015 travolse i vertici dell’amministracione cittadina, determinandone la caduta.
Sotto la lente di ingrandimento della Procura, che all’epoca ottenne l’arresto del sindaco e di tutti i componenti della Giunta con la sola eccezione di un assessore, finirono alcuni bandi di gara aggiudicati dal Comune espressione di una coalizione di centrodestra.
I giudici della Sesta sezione penale della Cassazione hanno disposto l’annullamento con rinvio per tutti e tre gli imputati. Elia, inoltre, ha incassato l’annullamento senza rinvio rispetto al reato associativo che potrebbe essere estinto per prescrizione. Di certo c’è, che sulle condotte contestate ai tre e ritenute corruttive ci sarà un nuovo processo d’appello.
Ricchiuto, all’epoca dei fatti al vertice della società Igeco, venne condannato in secondo grado a quattro anni, Bruno, direttore della stessa impresa, a 3 anni: per gli imputati, difesi dall’avvocato Luigi Covella, le accuse sono state mosse in relazione all’appalto per i servizi di igiene urbana per tre milioni e 397mila euro.
Due le condotte corruttive contestate a Elia, condannato a sei anni in appello, una per i servizi di igiene urbana e l’altra per l’efficientamento energetico: l’imputato, difeso dagli avvocati Ladislao Massari e Nicola Fabio De Feo, è l’unico della vecchia amministrazione civica a non aver scelto riti alternativi.
“Oggi è un giorno particolare: né polemiche, né festeggiamenti”, dice Elia. “Ho sempre creduto nella Giustizia e avevo solo posto il tema dell’ importanza della separazione delle carriere”. Nei giorni scorsi, l’ex assessore, aveva scritto alla Cassazione per chiedere di “considerare la possibilità di un cambio di sezione”, dopo aver appreso che il ricorso sarebbe stato giudicato dalla stessa sezione in cui c’è anche l’ex pm che ottenne il suo arresto.