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Conflitto di interessi, Asl si difende ma Cisal incalza

LECCE – Non si placa il botta e risposta tra cisal sanità e Asl Lecce nella persona del direttore generale Stefano Rossi. La replica del direttore dell’Asl leccese infatti piuttosto che liberare il campo da nubi minacciose, sembra averle addensate suscitando l’immediata presa di posizione del sindacato che torna all’attacco. Ma andiamo con ordine. Il conflitto di interessi, secondo Giovanni D’Ambra, segretario generale provinciale della Cisal Sanità, sarebbe evidente e documentato. Una deliberazione e una determina darebbero sostanza all’incompatibilità fra Stefano Rossi e la moglie Rossana Indiveri e di conseguenza al conflitto di interessi, supposti dal sindacato. La prima è del luglio scorso e riguarda la nomina di Rossana Indiveri a componente della commissione esaminatrice per il conferimento degli incarichi di funzione organizzativa nel distretto socio sanitario di Galatina. Deliberazione firmata dal marito direttore generale.

Secondo la cisal il manager dovrebbe lasciare il suo posto anche per la determinazione del 25 settembre scorso, con la quale sono state liberate tra le altre anche l’unità operativa Coordinamento servizi amministrativi territoriali, guidata dalla moglie, dall’onore di richiedere e ottenere la delega dell’ufficio patrimonio per gli acquisiti di importo pari o inferiore a 100 mila euro. Quanto basta per il sindacato per giustificare un provvedimento di decadenza del direttore generale. Di parere diametralmente opposto è Asl Lecce che ha replicato come ANAC, Corte dei Conti e Nucleo ispettivo regionale sanità abiano archiviato i precedenti esposti di Cisal, indicando quindi l’insussistenza del conflitto di interesse. Risposta che che viene etichettata immediatamente da Cisal che tuona come sia “falso perché non si tratta di questo!”. Rossi è stato nominato Commissario a febbraio 2022 – precisa Cisal Sanità – per lo scorporo del Vito Fazzi dall’Asl. In quel preciso momento la moglie “doveva” redigere la dichiarazione d’astensione. Cosa che non ha mai fatto e ha permesso a Rollo a maggio a darle l’incarico di responsabile di Unità Semplici a valenza dipartimentale. Un mese prima della decadenza per le note vicende giudiziarie. Se avesse ottemperato a ciò – conclude Giovanni D’Ambra – mai e poi mai avrebbe avuto incarichi di alcun genere fintanto il marito era direttore generale.

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