Il piano industriale presentato da Eni e dalla controllata Versalis per il sito di Brindisi, al netto degli annunci roboanti, rischia di trasformarsi in un’altra bomba sociale ed economica per il territorio e per tutto il tessuto produttivo. Sulla questione è calato un silenzio preoccupante, aggravato dal continuo rinvio del tavolo nazionale della chimica. Lo fanno rilevare i consiglieri comunali Cannalire e Luperti, anche alla luce dei timori sul fronte occupazionale per l’intero comparto chimico.
Sulla base delle premesse e delle dichiarazioni di esponenti di Eni, le vertenze occupazionali stanno diventando una certezza e saranno diretta conseguenza delle scelte aziendali di Eni-Versalis e per le quali stanno emergendo interrogativi e riserve. Queste criticità, in merito all’inerzia di due aziende di Stato come Eni ed Enel, non possono e non devono rimanere circoscritte e derubricate a criticità locali, perché, vista la portata e l’importanza, devono diventare una vertenza nazionale.
Ma i due consiglieri di opposizione criticano aspramente anche gli incontri che il primo cittadino ha avuto con aziende che potrebbero localizzarsi a Brindisi.
Gli incontri isolati del Sindaco – affermano – con aziende e possibili investitori rischiano di rappresentare una modalità disarticolata e quindi senza una visione di insieme, per affrontare la più grande crisi socioeconomica che Brindisi abbia mai vissuto.
Per questo Cannalire e Luperti chiedono la convocazione urgente di una conferenza dei capigruppo in modo da coordinare le azioni e le iniziative a tutela anche del personale dell’indotto di Eni-Versalis ed Enel e a tutela di investimenti che possano garantire sostegno alle aziende del territorio.