LECCE – Qualcuno per acquistare quelle bombe carta aveva già dato un acconto. Qualcun altro avrebbe poi partecipato al confezionamento e alla trattativa di vendita.
La Procura dei minori ne è convinta: il 15enne fermato per aver introdotto in un liceo leccese 14 cosiddetti “petardoni” – in grado potenzialmente di generare una strage – non avrebbe agito da solo. Per questo nelle scorse ore altri nomi di compagni di scuola e non sono stati iscritti nel registro degli indagati. Ciascuno, con ruoli diversi, avrebbe dato il proprio contributo all’impresa, impedita grazie al tempismo del dirigente che ha subito allertato i carabinieri sulla presenza di uno zaino “sospetto” adocchiato dai docenti.
Il 15enne per il quale è scattato il fermo è attualmente ristretto in una comunità minorile penale, come disposto dal Gip subito dopo l’interrogatorio di garanzia.
Certo è che quelle bombe carta non erano destinate ad un attentato all’interno dell’istituto scolastico. In vista della notte di Halloween gli ordigni dovevano essere venduti.
Il punto è che, secondo le indagini dei carabinieri, si sarebbero potuti innescare accidentalmente, anche con la sola cenere di una sigaretta o in prossimità di oggetti metallici.
I candelotti sono stati trovati nel giardino della scuola. Il ragazzino – secondo l’accusa – spaventato dall’arrivo dei militari e dalle ricerche in corso avrebbe gettato da una finestra la busta contenente i candelotti, precedentemente custoditi nel suo zaino che era posizionato sul banco della classe.
La Procura dei Minori è intenzionata a scavare fino in fondo, “trattandosi di un evento – scrive – che avrebbe potuto tramutarsi in una strage, con esiti mortali amplificati dal luogo chiuso”.