TELERAMA – Benvenuti gentili e soprattutto curiosi lettori di TeleRama, al consueto appuntamento settimanale con Cineclub, dove i protagonisti assoluti sono le uscite più attese nel mondo del cinema.
Cominciamo le proposte di questi giorni, parlandovi di uno dei film più apprezzati dalla critica e dal pubblico durante la scorsa edizione del festival di cannes, vincendo addirittura la Palma d’oro come miglior film. Alla vostra attenzione l’audace rom-com “Anora” del regista Sean Baker. L’autore, conosciuto nell’ambiente per diverse pellicole con cui ha dissacrato intelligentemente la modernità statunitense, torna a farlo con le scalmanate avventure di Anora e “Vanja”. La generazione Z sotto la lente: la prima è una ragazza di origine russe che vive a Brooklyn, mantenendosi come stripper, ma che aspira ad una vita migliore. Il secondo è un ragazzo immaturo, ricco figlio di un oligarca russo che l’ha mandato negli States per studiare. Il giovane è un combinaguai che finisce con lo sposare la giovane ragazza a Las Vegas. Anora, che fino a quel momento aveva accettato tutto, prima per soldi e poi perchè convinta della genuinità dei sentimenti del ragazzo, si ritrova così all’interno di un complicato vortice familiare di matice russa che vi farà riflettere e soprattutto ridere spassionatamente.
Passiamo ad un cult fantascientifico che quest’anno ha compiuto i suoi primi dieci anni dall’uscita: torna nelle sale il celebratissimo “Interstellar” di Cristopher Nolan. Vincitore di solo un premio Oscar nel 2015 per gli effetti speciali, il film è uno di quei lavori che hanno fatto immediatamente breccia nei cuori del grande pubblico, dimostrandosi un ottimo successo al botteghino e come una delle produzioni del regista più amate di sempre. Una storia spaziale, che parla prevalentemente di fisica e filosofia, ma soprattutto di amore e del suo valore lungo lo spazio ed il tempo. L’umanità è ai limiti dell’estinzione e per questo decide di cercare una nuova casa tra le stelle: l’astronauta Joseph Cooper farà di tutto per riuscire nella sua missione disperata e soprattutto per riuscire a tornare a casa dalla figlia. Grande merito di questo successo globale va attribuito ad un’accuratissima selezione del suo cast e troupe: da una schiera di ottimi interpreti hollywoodyani, come Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Michael Caine, Matt Damon ed un giovanissimo Timothee Chalamet, sino alla memorabile colonna sonora di Hans Zimmer e la spledida fotografia di Hoyte Van Hoytema.
E concludiamo le nostre proposte di questa settimana con uno dei più grandi film concerto di tutti i tempi, arrivato nelle sale in 4k: il capolavoro “Stop making sense” del compianto Jonathan Demme. Il regista, conosciuto prevalentemente per il memorabile “Il silenzio degli innocenti”, nel 1983 riprese una serie di concerti dei Talking Heads. La band ai tempi era la colonna portante del New wave negli Stati Uniti: il gruppo di David Byrne in quegli anni esplose mediaticamente in giro per il globo soprattutto per merito dell’innovativo approccio eclettico che mettevano nelle loro perfomances dal vivo, esattamente come riportato da quest’importantissimo affresco di un’era. Il documentario di Demme è una lente d’ingrandimento sugli anni 80′, mostrando in tutta la sua immaginifica magnificenza la carica emotiva e l’originalità artistica di quella che viene considerata da molti critici musicali come l’ultima “vera” generazione di musicisti. Poche luci, zero o quasi inquadrature sul pubblico, gli artisti ripresi per lo più a firura intera e soprattutto il ritmo tensivo del montaggio creano un’opera che garantisce allo spettatore tutto il tempo di cui necessita per perdersi nella visione, senza ditrazioni dovuti da momenti alla Mtv.