Un deciso No alla realizzazione di un impianto per la produzione di biometano in località Cafore: a ribadire la loro ferma contrarietà i Sindaci di Trepuzzi Giuseppe Taurino e di Surbo Ronny Trio, che hanno convocato una conferenza stampa nella sala consiliare di Trepuzzi . ” Con questo incontro – hanno evidenziato i primi cittadini – vogliamo ribadire che non condividiamo assolutamente la localizzazione scelta, non siamo contrati alla logica di questa impianti, e all’uso di fonti rinnovabili, Ma bisogna considerare il contesto in cui si inseriscono e le ricadute sull’ ecosistema, che in questo caso – sottolineano – sarebbero pesantissime per un territorio già provato dalla presenza di impianti di diversa natura, e inoltre ci sarebbero gravissime ricadute per le strutture turistico-ricettive presenti, in più inoltre si andrebbe a minare un luogo dove è presente, un patrimonio nazionale, come l ’Abbazia di Cerrate
Taurino e Trio , hanno poi riferito che avvieranno specifiche iniziative sul territorio per coinvolgere tutto il nord Salento e lunedì pomeriggio Trio incontrerà il sindaco Poli Bortone auspicando che si possa avviare un dialogo costruttivo
Sulla questione, è intervenuto anche il Coordinamento Cittadino di Trepuzzi del Movimento Regione Salento, che ha espresso con fermezza la propria contrarietà alla realizzazione di questo impianto, poichè dicono il coordinatore cittadino Paolo Rango e il consigliere comunale Marco Pezzuto, un simile impianto avrebbe un grave impatto ambientale su una delle zone più colpite anche per incidenza di malattie tumorali. E arrecherebbe un serio danno economico e turistico . Siamo pronti – hanno detto- Rango e Pezzuto- a mobilitarci in tutte le sedi opportune per impedire che la nostra terra venga ancora una volta mortificata da decisioni che non tengono conto della sua storia, né delle sue potenzialità di sviluppo sostenibile.
Contrarietà è stata espressa anche da Sinistra Italiana Salento, che denuncia ancora una volta l’aggressione del territorio da parte di privati con impianti invasivi, in località con ben altra vocazione, e come, sempre più spesso, accade senza alcun coinvolgimento delle comunità locali e senza il rispetto della salute E dell’ambiente
