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L’automotive in crisi, duemila lavoratori a rischio nel leccese

SALENTO – Facile dire green, più difficile è fare i conti con la realtà. L’elettrico sembra diventato un mantra verso cui tendere. Ma la tanto strombazzata transizione energetica, voluta dall’Ue e assecondata dai governi europei, rischia di mettere in seria difficoltà circa duemila lavoratori del settore automotive nella sola provincia di Lecce.

“Il 60% dei lavoratori sono in cassa integrazione – afferma il segretario provinciale della Uilm Lecce, William Maruccia – Le immatricolazioni sono ferme, il sistema rischia il crollo”.

L’allarme è già scattato. E parte dal basso. Facile immaginare che le ripercussioni saranno notevoli. “Saranno le imprese della periferia a perire per prima”, avverte Maruccia. Ma non è solo una problema occupazionale. C’è un know how da preservare e custodire. Ecco perché occorre sostenere e proteggere il sistema per evitare il tracollo. Non ci sono strade alternative 

Il timore – fa sapere il segretario – è che si faccia la fine dei lavoratori del tessile, sostituiti tout court, o quasi – in alcune aree industriali – da personale cinese.  

La dura protesta del territorio anticipa di fatto lo sciopero generale del settore in programma il 18 ottobre a Roma.

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