Ha raccontato i dettagli dell’evasione e ha spiegato come ha raggiunto Grumo Appula, Vito Gassi, il 29enne originario di Triggiano, evaso dal carcere di Lecce Borgo San Nicola lo scorso 14 settembre e rintracciato dopo dieci giorni all’alba di martedì in un casolare abbandonato nel barese in compagnia della moglie sposata quattro giorni prima nella sala colloqui della casa circondariale di Lecce. L’interrogatorio si è svolto dal carcere di Taranto, dove Gassi è detenuto, ed è avvenuto in video collegamento col gip di Bari Francesco Vittorio Rinaldi alla presenza del legale difensore Nicola Lerario e del pm Giuseppe Dentamaro. Il gip ha già convalidato l’arresto e la detenzione nella casa circondariale tarantina. L’evasione, come già annunciato, è stata dettata dal desiderio di Gassi di raggiungere la moglie. Una volta scavalcato il muro di cinta, avrebbe chiesto aiuto ad un automobilista, riuscendo a raggiungere a passaggi Grumo Appula e in particolare il casolare che conosceva perchè in passato utilizzato per l’assunzione di sostanze stupefacenti. E proprio su questo punto che ha poi chiesto aiuto alla magistratura, dichiarandosi tossicodipendente e quindi la necessità di seguire un percorso adatto a lui. Nel casolare è stato trovati in possesso di 50 grammi di hashish e un microcellulare. Proprio per problematiche di salute era stato trasferito nel reparto di psichiatria. Resta da accertare il ruolo della moglie, trovata insieme a lui e che ha difeso scagionandola da ogni aiuto nella latitanza. Qualora il suo ruolo dovesse risultare solo quello di persona che ha favorito la fuga, non potrebbe esserci contestazione considerato il rapporto di parentela che costituisce causa di non imputabilità. Al momento non è stato preso alcun provvedimento nei suoi confronti e non risulterebbe indagata.