LECCE – Al termine della gara vinta dal Lecce con il Cagliari per uno a zero, abbiamo intervistato il presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani.
Presidente, missione compiuta: testa, cuore e gambe, un mix straordinario di carattere e personalità. Insomma, sono arrivate veramente le risposte che si aspettavano?
“Queste sono le serate magiche che il Via del Mare sa offrire. Quando la squadra sa prendere per mano il pubblico e il pubblico prende per mano la squadra, si crea questo clima e si possono compiere imprese come quella di questa sera. Giocare non so quanti minuti — 60 o forse più, 65 minuti — in inferiorità numerica ad agosto con 30 gradi… Poi, direi che questa è una squadra disposta a tutto pur di portare a casa i tre punti”.
C’era grande curiosità e grande attenzione sui nuovi acquisti. Devo dire che Guilbert sin dall’inizio è sembrato completamente integrato, sembra già un leader. Poi, grande boato per l’entrata di Rebic, ma anche bene Jean. Veramente un mercato straordinario che ha alzato il livello di questa squadra, con giocatori già pronti all’uso.
“Io credo che sia stato fatto un mercato, come al solito, con grandissima attenzione per ogni scelta. Nonostante siano stati 11 o 12 i nuovi giocatori, viene tutto fatto con grande cura e attenzione, guardando anche le caratteristiche e la personalità di questi ragazzi. Questa squadra forse difettava di alcune figure carismatiche e ora sono arrivati giocatori come Guilbert, il cui carisma si vede immediatamente, lo stesso Rebic e lo stesso Bonifazi, che in questo gruppo possono aiutare gli altri ad avere maggiore serenità e sicurezza”.
Quanto è stato difficile fare mercato mentre il campionato era già in corso? Questa contemporaneità non piace a nessuno, però continua ad esserci.
“Noi l’abbiamo patita molto. In particolare, nel caso di un nostro giocatore, Gendrey, che ha subito un pressing forte nelle prime giornate di campionato. Sono situazioni che sfuggono dal controllo della società: entrano in gioco procuratori e squadre che vogliono a tutti i costi arrivare ai giocatori, ed è difficile da gestire. È chiaro che iniziare il campionato a mercato chiuso sarebbe più logico. Però, a volte, le cose logiche sono complicatissime da realizzare, inspiegabilmente”.
Ora arriva questa sosta provvidenziale. Darà tempo a Gotti di lavorare.
“Sì, la pausa è importante perché ci consente di lavorare anche sui nuovi. Sono giocatori che si sono presentati già in buone condizioni, ma che magari per mettersi al passo con gli altri, che lavorano da due mesi, hanno bisogno di questi 15 giorni. È vero che per noi la pausa è una cosa bella e una cosa brutta al contempo. In questo momento, quando c’è la pausa per le nazionali, perdiamo metà dei calciatori. È motivo di orgoglio dare tanti giocatori alle nazionali, ma allo stesso tempo dimezza il gruppo. Però molti dei nuovi resteranno e ci sarà l’opportunità di lavorare”.
Oggi è tornato al gol Krstovic, meritatissimo, così come meritatissima è la vittoria. È importante aver cancellato quell’errore iniziale che l’aveva sommerso di fischi ingenerosi.
“L’errore iniziale, purtroppo, è stata un’occasione importante, però il ragazzo ha mostrato grande personalità dopo. Krstovic è un talento, è un ragazzo che dobbiamo coccolare e in alcuni casi anche perdonare gli errori gravi. Il ragazzo dà tutto sia in settimana che in gara. Oggi era stremato, ma io apprezzo l’impegno assoluto del ragazzo. Ha sbagliato quella situazione, ma sono certo che ci darà soddisfazioni”.
Anche oggi più di 26.000 spettatori. Lei e Gotti avete chiesto entusiasmo e il pubblico ha risposto presente alla grande, come sempre.
“Sì, il pubblico del Via del Mare è una garanzia, come tutti i tifosi sparsi nel mondo che ci seguono con affetto, capendo ogni giorno le difficoltà di questo percorso che stiamo compiendo e cercando di avere pazienza. Nei momenti difficili ci sorreggono, come hanno fatto oggi, perché ci hanno sostenuto per 90 minuti. È di questa parte della tifoseria, che non è mai mancata in questi dieci anni da quando sono presidente, che noi abbiamo bisogno. Sono loro che devono far sentire la loro voce, l’unica che ci interessa ascoltare”.
C’è qualcosa che l’ha fatto storcere il naso durante la gara? Forse bisognerebbe far vedere, non i fermo immagine, ma le azioni complete all’arbitro.
“Non voglio iniziare a fare polemiche già da agosto, però è un tema generale: se un arbitro sta lì a un metro e vede la dinamica dell’azione e la percepisce come giallo, non può un fermo immagine alterare la realtà e indurre l’arbitro a sbagliare. Il fermo immagine per me induce l’arbitro a sbagliare, perché Dorgu appoggia il piede sul pallone, poi il piede scivola sul pallone e colpisce l’avversario, che nemmeno vedeva perché era dall’altra parte della palla. L’azione andava vista nella sua dinamica; il fotogramma del VAR non ha aiutato l’arbitro a prendere la decisione giusta”.