LUSSEMBURGO / ROSIGNANO MARITTIMO – É di ieri una sentenza della Corte UE che si è espressa su un contenzioso tra la Società Italiana Imprese Balneari e il comune di Rosignano Marittimo (LI), secondo la quale le opere inamovibili costruite dai gestori degli stabilimenti balneari, al termine della concessione, possono diventare proprietà dello Stato. Possono e non devono perché i giurati dell’Unione Europea sono stati chiamati ad esprimersi non su una norma comunitaria, ma sull’art n. 49 del codice della Navigazione, legge italiana del 1942 che già prevedeva l’esproprio al termine delle concessioni. Queste però sono finora state sempre rinnovate senza gara ai già concessionari e per questo la norma non destava particolare preoccupazione. Ora che l’ombra della direttiva Bolkestein e della sua applicazione crea incertezza nella categoria, ci si muove per tutelare le opere inamovibili costruite sulle spiagge e affinchè, in caso di cambiamento della gestione, si proceda ad un indennizzo per queste, che al momento non è previsto dalla Legge. Con la sentenza di ieri si è semplicemente affermato che la norma è compatibile con il diritto comunitario, ma nulla esclude che il Parlamento Italiano possa abrogarla e normare in una direzione diversa, prevedendo forme di rimborso per gli ex-balneari, categoria da sempre vicina a una parte della destra di governo. Si dovrà però legiferare con particolare attenzione, perché se dovessero essere i nuovi gestori degli stabilimenti a ricompensare i precedenti e le somme dovessero rivelarsi eccessive si rischierà di creare una barriera all’ingresso che le istituzioni europee potrebbero ritenere in conflitto con l’apertura del mercato alla concorrenza promossa dalla direttiva Bolkestein.
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