LECCE – Polvere sottilissima che si annida nei polmoni ad ogni respiro, terra che si deposita su ogni componente d’arredo esterna ed interna, rumori infernali che svegliano e tolgono il sonno. L’inferno. Siamo a Lecce, tra via quattro novembre e via ventiquattro maggio, a ridosso di piazza Ludovico Ariosto, dove l’area dell’ex Caserma Pico ed ora di proprietà del Comune di Lecce, recintata, ed a ridosso di abitazioni private, è stata trasformata da ormai due anni, in un cantiere dove vengono scaricati, lavorati e depositati rifiuti inerti provenienti da lavori di costruzione, demolizione e scavo effettuati in città.
Una situazione insostenibile, segnalata con diffida a mezzo pec più e più volte a Palazzo Carafa, al Comando di polizia municipale, all’azienda sanitaria locale, all’Arpa da chi è costretto a vivere in casa propria tra terra, polvere, rumori assordanti e gas di scarico dei mezzi in manovra. Una situazione che diventa ancora più insostenibile quando chi vive in questi appartamenti che si affacciano sul cantiere deve fare i conti con gravi patologie respiratorie.
Un inferno che dura da oltre due anni e che ha portato ormai all’esasperazione. Così adesso arriva la decisione di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica, tentativo estremo ma necessario per mettere la parola fine e salvaguardare la salute di chi ha già gravi problemi, ma anche di anziani e bambini che vivono negli appartamenti adiacenti all’area.
Intanto, questo è l’inferno quotidiano.
