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Brindisi, la riconversione industriale sulla pelle dei metalmeccanici…

BRINDISI – Come era facilmente prevedibile, non sarà semplice contenere la protesta dei lavoratori dell’indotto della centrale termoelettrica di Cerano che  hanno già perso il proprio posto di lavoro o che sentono già l’aria pesante della disoccupazione.

Nei giorni scorsi, dopo una assemblea all’esterno dei cancelli della centrale convocata da Cgil e Uil, gli operai si sono riversati sulla superstrada Lecce-Brindisi ed hanno bloccato il traffico per ore. Un fatto gravissimo, ma che rende perfettamente l’idea dei livelli di tensione sociale a cui siamo arrivati. A quel gesto imprevisto ha fatto seguito un incontro di una delegazione con il prefetto Luigi Carnevale il quale si è impegnato a informare i Ministeri interessati su ciò che si rischia possa avvenire a Brindisi.

Venerdì 31 maggio, invece, Cgil e Uil terranno una grande manifestazione cittadina finalizzata a chiedere che vengano difesi i posti di lavoro di chi ha operato per decenni all’interno della centrale e che oggi si trova senza una prospettiva occupazionale.

Non è dato sapere, al momento, se nel frattempo si potrà giungere ad un ricongiungimento con la Cisl che oggi appare distante dalle iniziative promosse da Uil e Cgil. Un segnale di rottura che francamente non giova alla creazione del tanto auspicato “fronte Brindisi”.

Il tutto, in attesa che qualcuno, a Roma come a Bari, si ricordi che Brindisi non può essere abbandonata al proprio destino in un momento così difficile della sua storia industriale.

 

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