TARANTO – Il silenzio, l’attesa, le ore che passano. Taranto vive ancora una volta giorni strani sul versante calcistico.
Dopo un bel campionato, rovinato dalla penalizzazione ma tenuto vivo dalla voglia, dalla grinta e dalla capacità di mister Ezio Capuano che ha riportato entusiasmo e passione ed è stato capace di riportare la gente alla Iacovone, libera di sentirsi protagonista di un torneo che alla fine ha visto scivolare in serie D una potenza come la Virtus Francavilla e la meteora Brindisi ma che ha consegnato alla storia un bel Taranto.
Subito dopo la gara di Vicenza, che ha decretato l’uscita dai playoff del Taranto, Ezio Capuano ha evidenziato il suo amore incondizionato per Taranto, per i colori rossoblù e per la città, ma ha voluto staccare la spina per qualche giorno, spegnendo il telefono e consegnandosi alla sua famiglia, per ricaricare le batterie, scariche dopo una stagione di battaglie, iniziata in estate con la costruzione, tassello dopo tassello, della rosa che lo ha accompagnato nella direzione di un sogno chiamato serie B che forse senza penalizzazione si sarebbe potuto verificare.
Tutto tace dunque nella città ionica ma il tempo stringe, perché nel calcio le lancette dell’orologio girano all’impazzata.
Non c’è nulla di certo ancora.
Capuano sì oppure Capuano no? Il tecnico è sotto contratto ma non c’è nulla di certo. L’addio è una delle ipotesi più reali ma si conoscerà ogni cosa dopo il colloquio tra l’allenatore e il presidente Massimo Giove. Diverse le società interessate al tecnico campano, tra cui il Pescara.
Intanto il 4 giugno bisogna presentare domanda di iscrizione al prossimo campionato di serie C e in tutta questa incertezza si inserisce anche la problematica relativa allo stadio dove le ombre continuano ad aleggiare. Nessuna certezza, quindi, ed è strano dover vivere queste emozioni contrastanti dopo aver disputato un grande campionato.
È difficile fare previsioni, bisogna solo attendere. Ma mister Capuano merita, a prescindere da ogni decisione futura, solo un doveroso applauso per ciò che ha costruito accendendo i fari della speranza e della passione nella nebbia dell’incertezza di un ambiente che calcisticamente era molto triste.
