Sempre più vecchia: è l’Italia che emerge dal rapporto Istat 2023, diffuso in queste ore. Al 1° gennaio 2024 si contano 5 milioni e 308mila residenti, 166mila in più rispetto al 2022, ma si registra l’ennesimo minimo storico in termini di nascite. Nonostante una riduzione dell’8% dei decessi rispetto al 2022, il saldo naturale della popolazione resta fortemente negativo. E si è ridotto anche l’effetto positivo che la popolazione straniera ha esercitato sulle nascite a partire dai primi anni Duemila. Diminuiscono le nascite perché cala la fecondità: il numero medio di figli per donna scende da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023, avvicinandosi al minimo storico di 1,19 figli registrato nel 1995. La Puglia è a metà classifica tra le regioni italiane per tasso medio di fecondità (1,20 figli per donna) ma tra le ultime per età media del parto (32 anni e mezzo).
Se guardiamo i dati della popolazione residente per regione, suddivisa per fasce d’età, al 1° gennaio 2024 in Puglia si registra quasi un pareggio fra i bambini fino a 9 anni (il 7,4% della popolazione) e gli ultraottantenni (il 7,2% della popolazione).
L’Istituto nazionale di statistica osserva che gli attuali giovani “hanno transizioni sempre più protratte verso l’età adulta”. Ciò vuol dire che i figli rimangono sempre più a lungo a casa dei genitori. Nel 2023 il 67,4% dei 18-34enni vive in famiglia (nel 2002 erano il 59,7%), con punte del 75% in Puglia e Campania. Ciò significa che solo un giovane pugliese su quattro esce di casa prima dei 34 anni. Di conseguenza, si posticipa la creazione di nuovi nuclei familiari e la procreazione, e la popolazione pugliese continua ad invecchiare.