Cultura

Primavera al cinema: i colori ora nelle sale

TELERAMA – Il bel tempo è finalmente arrivato tra noi e con lui, ovviamente, si diffonde nell’aria anche la febbre più sana di tutte, quella da mare e da sole. L’euforia legata alla stagione primaverile è finalmente sbocciata nei cuori dei salentini, ma ciononostante l’esperienza cinematografica rimane anche in questo periodo un’opzione più che valida, come sempre carica di vita e colori anche lei.

La nostra selezione di oggi comincia con il thriller-action “Monkey Man” di Dev Patel, attore alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa. Patel non ha solo diretto la pellicola, ma l’ha anche scritta e recitata nei panni del protagonista. La trama ruota attorno alla vendetta del giovane ex galeotto Kid, ragazzo che si batte su un ring di scommesse clandestine per dare la caccia ad un gruppo di politici corrotti responsabili della morte di sua madre Neela. Durante la sua ascesa nella malavita organizzata, Kid diverrà involontariamente un idolo rivoluzionario che avrà dalla sua parte la popolazione povera e gli emarginati. La maschera da scimmia che indossa durante i suoi combattimenti, ispirata dal dio Hanuman, diventerà un simbolo della lotta di classe, donando speranza a chi l’aveva persa da tempo. Patel costruisce, inaspettatamente, una grande storia di vendetta che funziona e appassiona. L’uomo scimmia ha tutte le carte in regola per diventare una maschera iconica all’interno del panorama cinematografico.

Rimaniamo nel genere action, passando però dal neon del clubbing moderno al neon vintage della Miami degli anni 80′ con il supercult “Scarface” di Brian de palma. Il pulp per eccellenza del regista, torna nelle sale cinematografiche in 4k, in tutto il suo splendore. Gli spettatori avranno la possibilità di tuffarsi in una Miami in mano alla malavita, in cui a dominare è la figura emblematica e diabolica di Tony Montana, personaggio iconico del cinema interpretato in questo caso da un Al Pacino nel suo prime attoriale. Molti ignorano che questa pellicola del 1983 è un remake, un rifacimento dell’omonima opera del 1932 del visionario regista Howard Hawks. Per chi non lo sapesse, le due pellicole si distaccano prevalentemente per la loro ambientazione, l’antesignano in una Chicago proibizionista e il suo rifacimento in una Miami degli anni 80′, e soprattutto per la morale contro l’uso di stupefacenti che permea la seconda fase dell’opera: lo sceneggiatore Oliver Stone vuole mostrarci la discesa infernale di un uomo, annientato e solo a causa della sostanza. Ciò che emerge è un trattato contro la dipendenza dalla droga, trasmettendo un messaggio di monito alla nuove generazioni.

Chiudiamo i nostri consigli passando dal rosso pulp del film con Al Pacino a dei colori più tenui e armoniosi con il documentario “Hopper: una storia d’amore americana” di Phil Granbsky. Nelle sale per pochi giorni, l’opera vuole essere un affresco del grande maestro statunitense Edward Hopper, pittore famoso internazionalmente per la sua capacità di immortalare su tela la potenza di emozioni eteree e intangibili, come la tristezza ma soprattutto la solitudine esistenziale.

Un artista che grazie ai suoi lavori è riuscito ad ispirare il genio di tanti altri maestri, come ad esempio i registi Alfred Hitchcock, David Lynch e addirittura il nostrano Dario Argento: celebre il blue bar costruito per il capolavoro del giallo all’italiana “Profondo Rosso” nella piazza C.L.N. di Torino, richiamando esplicitamente il famosissimo dipinto “ I nottambuli” del 1942. Un’analisi di una vita, dagli esordi al rapporto con la moglie Jo, che abbandonò la sua carriera nell’arte per fargli da manager. Granbsky ci regala un viaggio alla scoperta della personalità dietro al pennello, grazie al sapiente utilizzo di reperti storici e di interviste ad esperti, il documentario fa rivivere l’artista probabilmente più influente della storia made in U.S.A. 

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