AMSTERDAM – Portafogli, carta d’identità e anche il telefonino. Di questi oggetti, strettamente privati, non v’è traccia. Appartenevano ad Alessio Giannaccari, il 20enne leccese, il cui corpo è stato rinvenuto privo di vita sui binari di una stazione alla periferia di Amsterdam, lì dove si era trasferito per studiare con il progetto Erasmus e dove da circa un mese aveva iniziato a lavorare come cameriere in un ristorante. Gli investigatori hanno ritrovato la sim – intestata al padre – ma non lo smartphone del ragazzo.
La vicenda inizia ad assumere i contorni di un giallo perché a circa 72 ore dal ritrovamento del cadavere nessuna ipotesi, al momento, viene esclusa, nemmeno quella del suicidio. Si attendono nuovi lumi dall’esame autoptico che verrà eseguito – con ogni probabilità – entro la giornata di sabato, così come verranno effettuati gli esami tossicologici. Per il riconoscimento ufficiale del corpo, invece, sarà necessario aspettare gli esiti dell’esame del Dna. Ma è fuor di dubbio che quel corpo senza vita ritrovato alla periferia di Amsterdam appartenga al povero Alessio. I genitori del ragazzo sono rientrati nelle scorse ore in Italia. Da soli. Senza la compagnia della salma del loro figlio che potrà rientrare a Lecce soltanto dopo che potranno essere completate tutte le formalità del caso.
Una triste storia che ha spento il sorriso di un ragazzo solare e pieno di energia e ha acceso mille interrogativi, rimasti al momento senza alcuna risposta.